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COMO, LE PROPOSTE DI CISL E PROGETTO SAN FRANCESCO AI CANDIDATI SINDACO

COMO, LE PROPOSTE DI CISL E PROGETTO SAN FRANCESCO AI CANDIDATI SINDACO

Di seguito un comunicato stampa congiunto della Cisl di Como e del Progetto San Francesco.

La proposta della Cisl di Como con il Progetto San Francesco ai candidati al governo della città di Como e ai candidati dei comuni del territorio.  
A Como serve una nuova strategia territoriale di responsabilità sociale e di coesione istituzionale per uscire dalla crisi e per difendere il bene comune, le tradizioni e la capacità di innovare. Il nostro capitale sociale non può essere trattato al ribasso. Per sbloccare la situazione di stagnazione e di recessione serve una nuova strategia di governo, che coinvolga i tre fuochi della governance del territorio: la politica, le imprese e il mondo del lavoro con il sindacato. Serve creare nuova occupazione, partendo dal recupero degli esuberi, ma anche dal patrimonio professionale che i lavoratori esperti rappresentano anche se attualmente “in attesa”. Serve un patto territoriale tra enti locali, comuni innanzi tutto, tra loro omogenei finalizzato al superamento del patto di stabilità di bilancio. Comprendendo le sanzioni che tale azione prevede non è pur tuttavia possibile mantenere una posizione che risale ad un’epoca precedente la crisi attuale. In emergenza e finalizzando le risorse “liberate” al pagamento dei crediti delle piccole e medie imprese territoriali, e contemporaneamente indirizzando le nuove commissioni, ex lecitazioni private o gare pubbliche a precisi impegni.  

1        I lavori dovranno occupare innanzi tutto gli esuberi, i cassaintegrati e i giovani in ingresso per una quota non inferiore al 35%. Questo ad ogni livello dell’opera.  
2         Gli impegni vadano innanzi tutto nella direzione delle piccole e medie opere di pubblico interesse, in special modo all’housing sociale, alle manutenzioni urbane, al consolidamento del paesaggio e delle aree naturali soggette a vincolo idrogeologico.  
3        L’impiego delle risorse pubbliche individuate e da sbloccare come “urgenti” dovranno essere finalizzate attraverso un progetto territoriale di sostenibilità economica e sociale, elaborato e sottoscritto dai soggetti sociali protagonisti, amministrazioni, imprese e sindacati.  
4       Se la legalità è la condizione minima in cui è possibile sviluppare il mercato e quindi per le imprese esistere, perché non si promuove unitamente l’applicazione di un codice etico cooperativo tra le parti sociali? Può essere possibile sviluppare il mercato in una direzione nuova, eticamente ed industrialmente sostenibile? 
5       Obbligo di iscrizione alle white list presso le Prefetture delle imprese che intendono recuperare i crediti e partecipare a nuovi lavori – Premialità fiscale crescente e assistenza legale e bancaria per le imprese che denunciano i ricatti mafiosi, le estorsioni e le pressioni usuraie.  
6        Invitiamo le Amministrazioni Locali di scegliere l’offerta economica maggiormente vantaggiosa come iniziale criterio per assegnare i lavori, amplificando la parte dei migliorativi in essa contenuta. Tale disciplina “a monte” contribuisce al progresso civile e alla congruità sociale degli interventi, recuperando la centralità del bene comune oltre che economico.      

Gerardo Larghi, segretario generale della Cisl di Como, presentando l’appello ai candidati sindaci di Como, con le cinque prime proposte sul programma anticrisi: “Oggi è urgente reagire alla crisi con proposte concrete, capaci di recuperare risorse per gli ammortizzatori sociali e per un nuovo modello di “prestito d’onore” per i giovani in ingresso. Questo è possibile se al primo punto dei programmi della politica si mette lo sviluppo, perchè non bastano i conti a posto, serve una società con le carte in regola, solidale, responsabile, europea. Partiamo con il superamento del patto di stabilità, indirizzando le risorse al pagamento delle imprese perbene e storiche, per poi proseguire con il 35% del capitale mafioso confiscato disponibile per gli ammortizzatori sociali e il 21% delle risorse recuperate dalla lotta all’evasione  per le nuove imprese innovatrici e giovani, ristrutturando tutto l’ex industriale e le caserme per l’housing sociale e per le coppie giovani e precarie. La lotta alle mafie conviene economicamente e socialmente, liberandoci dal ricatto e dai rischi di una nuova strategia finanziaria delle cosche, i politici candidati a Sindaco di Como non potranno eludere le richieste della Cisl e del Progetto San Francesco”. 

Alessandro de Lisi, Direttore del Centro Studi Sociali contro le mafie del Progetto San Francesco: “Le mafie in Lombardia hanno tutto l’interesse di gestire il debito diffuso, sia delle famiglie e sia delle imprese, poichè questo consente loro un nuovo strumento di consenso sociale. Comunque sia il giro del ricatto a pagare sono sempre i più fragili e i lavoratori, e questo non è più sostenibile. Ieri usavano il tessuto economico sano e florido di Como per giustificare e riciclare il denaro ricavato dall’usura e dalla coca, oggi sanno che la gestione dei debiti causati dalla crisi rappresenta una nuova opportunità di guadagni illeciti. Serve un nuovo patto sociale morale e di intelligenze, per la versione 3.0 dell’antimafia, ben oltre le denunce di rito e verso una comune lista di proposte concrete, a partire dall’inserimento del reato di usura e di caporalato nel regime di 416bis ovvero l’associazione mafiosa. Tutti possono e dovrebbero partecipare a scrivere le proposte per il governo del territorio, le associazioni antimafia storiche e le realtà industriali e bencarie, a sostegno soprattutto del lavoro eccezionale delle forze investigative”.

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