Chi non è in regola non lavora. Si può sintetizzare così il principio che è alla base del Durc, il documento unico di regolarità contributiva. Il problema del lavoro irregolare in edilizia, uno dei settori più tormentati dal sommerso e dagli infortuni, si affronta alla radice: tramite il sistema di controllo incrociato dei dati delle Casse edili, Inail e Inps si verifica che ogni impresa sia in regola prima di dare il via libera ad un cantiere. Due i punti di forza: il potenziale delle rete informatica, che consente di incrociare e verificare i dati in tempo reale, e la collaborazione tra le parti. Ma oltre all’incrocio dei dati, il lavoro di squadra metterà in cantiere piani di sorveglianza mirati, che punteranno soprattutto sulle fasce di imprese non coperte dalle Casse edili, e rapporti più stretti con gli Enti locali, determinanti per l’applicazione del Durc nel territorio. Questi i punti cardinali, che interessano da vicino oltre un milione e mezzo di lavoratori. Ma per disegnarli c’è voluto parecchio. E’ dal 1996 che la Cisl, con accordi a livello territoriale, sta diffondendo man mano lo strumento. Essenziale la sperimentazione fatta in Umbria, per la ricostruzione delle aree colpite dal terremoto. In termini di cifre è tuttora la prova più evidente dell’efficacia del Durc: a un anno dalla sua entrata in vigore le imprese del settore erano già raddoppiate (quindi alto tasso di emersione). A livello infortunistico i dati sono addirittura trionfali: nemmeno un incidente mortale nei circa 12 mila cantieri del terremoto, mentre il resto della regione oscilla, nello stesso periodo, tra la prima e la seconda posizione nella classifica nazionale delle vittime nei cantieri. E’ proseguendo su questa strada, convincendo man mano uno spettro di soggetti sempre più ampio, che il Durc è diventato normativa nazionale. “Un percorso – sottolinea Pino Virgilio, segretario generale aggiunto Filca, che ieri ha coordinato i lavori del Convegno – nel quale la legge man mano assumeva quanto le parti avevano praticato sul campo. Mettendo in pratica, soprattutto, i principi ispirati dalla Cisl”. E tema particolarmente caro alla Cisl è quello della bilateralità: dopo un dibattito prolungato, il decreto 276 del 2003 stabilisce che toccherà agli Enti bilaterali il compito del “controllo sociale”, ossia essere riferimento dell’intero sistema. Nel frattempo imprese e sindacati hanno prodotto l’avviso comune (dicembre 2003) per l’emersione del sommerso. Ultima fase è stata la firma della convenzione nazionale tra Inps, Inail e Casse edili, che ha dato il via libera alla sperimentazione in 11 regioni. Sperimentazione che si concluderà con il 2004. grazie a questa, e grazie alle prime sperimentazioni in Abruzzo, anno 1997, dal primo gennaio 2005 non dovrebbero più esistere cantieri irregolari in Italia.
Daniela De Sanctis