Dopo la chiusura del viadotto E 45 a scavalco tra la Toscana e la Romagna, assistiamo ad un altra chiusura che interessa la Toscana, quella disposta dal comune di Pisa, per i cedimenti strutturali di un cavalcavia sulla superstrada Firenze – Pisa – Livorno alla periferia sud est della città di Pisa. ‘La decisione dell’amministrazione comunale, a seguito dell’attività di monitoraggio effettuata sulla struttura del ponte, è stata corretta a fronte della criticità e della situazione di pericolo che si sarebbe potuta verificare, ha dichiarato il segretario generale della Filca-Cisl Toscana, Simona Riccio’.
Come Filca, lo diciamo ormai da tempo che fare le infrastrutture costa, ma non farle costa di più, perché significa far arretrare il Paese e mettere a rischio la sicurezza dei cittadini. Le infrastrutture sono necessarie per lo crescita della nostra regione e per mettere in sicurezza il nostro patrimonio viario, avviando le opere di riqualificazione e manutenzione necessaria ed indispensabili visto le chiusure di strade e viadotti a cui stiamo assistendo con tanta frequenza. “Come Filca – ha aggiunto – abbiamo sempre espresso la necessità, non più rinviabile, di puntare sulla prevenzione, sullo opere di messa in sicurezza del territorio e di intervenire sul già costruito. È chiaro che quanto successo dimostra sempre più l’importanza della politiche in materia di prevenzione e la necessità di adottare una strategia complessiva per un piano straordinario di messa in sicurezza delle strade, viadotti e di tutto il nostro territorio, capace di coniugare programmazione e progettualità negli interventi, accelerazione delle opere e investimenti in fase di realizzazione”.
Le infrastrutture in Toscana, data la posizione strategica della nostra regione, sono indispensabili anche per il rilancio dell’economia nazionale. Questo colloca le strategie infrastrutturali toscane, la loro progettazione e realizzazione, in un contesto nazionale, dando ancora più importanza e rilievo all’azione degli Enti Locali e di tutti i soggetti istituzionali, economici e sociali chiamati in causa. Il dibattito finora emerso sembra dimenticare che in ballo non c’è solo il futuro delle infrastrutture, dell’economia, ma le prospettive occupazionali che si possono sviluppare, e che mai come in questo momento storico sarebbero una salutare boccata d’ossigeno per migliaia di persone in cerca di lavoro, o precarie. Realizzare le opere rappresenta solo il primo passo, bisogna poi provvedere alla manutenzione e valorizzazione, bisogna monitorarle costantemente e metterle in sicurezza. La rete stradale costituisce un vero patrimonio collettivo che va gestito e valorizzato.
Il rilancio della nostra Regione passa inevitabilmente anche attraverso la realizzazione di una rete infrastrutturale efficiente, moderna, in grado di avvicinarci all’Europa: strade, porti, ferrovie, ponti. Purtroppo non tutti la pensano così. Non possiamo più stare fermi o rinviare le opere infrastrutturali che invece ci servono per migliorare la vita dei cittadini e ridurre quel gap infrastrutturale che sempre più appare evidente tra noi e gli altri paesi d’Europa.