Sospensione della produzione a tempo indeterminato. E’ questa la sentenza giunta oggi per l’azienda Cembrit, che a Poggio Renatico è specializzata materiali edili da costruzione. Davvero una sentenza, più che una risposta, quella che i lavoratori sono riusciti a ottenere dopo dieci mesi di richieste, culminate anche in scioperi, presidi e volantinaggi.
E’ arrivata ieri, nel corso dell’incontro fissato alle 15 e tenuto negli uffici ferraresi di Unindustria. Alle rappresentanze sindacali è stata data lettura di un comunicato proveniente dalla Danimarca: esito della riunione del consiglio di amministrazione di giovedì scorso. Giudicata la situazione ormai insostenibile, la holding danese che ha acquisito la vecchia Maranit nel 2008 ha scelto di sospendere la produzione.
Della notizia non è trapelato nulla sino a sera: prima di tutti avrebbero infatti dovuto saperlo i sessanta lavoratori, che sono stati convocati per una riunione alle 18. Due ore e mezza di confronto, terminato con la proclamazione per oggi (martedì 31) di uno sciopero generale di otto ore, con tanto di presidio. Corrado Pola della segreteria Filca Cisl spiega: “Vogliamo dare un segnale deciso, anche in vista della trattativa che si aprirà con l’azienda -. Abbiamo ancora due mesi di cassa integrazione ordinaria, poi dovremo puntare su quella straordinaria, cercando di ottenere quante più tutele possibile”.
Si sono avverate dunque le peggiori sensazione, denunciate dagli operai insieme con l’uscita di macchinari per la produzione e ordinativi passati a una ditta bresciana. Poi le numerose richieste di chiarimenti e le tante domande lasciate senza risposta. Così si è davvero materializzato il peggio. Per Sauro Cazzoli segretario provinciale della Filca Cisl: “C’è molto scoraggiamento e tanta rabbia se si pensa che 50 lavoratori perderanno la propria occupazione in un territorio che non offre tante speranze di reimpiego. Ora cercheremo insieme alle istituzioni locali e provinciali, che sono state sempre vicino ai dipendenti in questa vertenza, di creare le condizioni di tutelare al meglio i lavoratori e le loro famiglie”.