Le Casse edili che operano solo a livello territoriale, che non sono costituite da contratti collettivi stipulati dalle organizzazioni più rappresentative e che non attuano il principio di reciprocità con altre Casse edili non possono rilasciare il Durc (Documento unico di regolarità contributiva). L’importante precisazione è arrivata dal ministero del Lavoro, che con lettera circolare n. 8367 del 2 maggio ha risposto alle richieste di chiarimenti circa i criteri di individuazione delle casse edili ai fini della verifica della legittimazione al rilascio del Durc. Secondo il ministero le Casse abilitate sono quelle che osservano il cosiddetto principio di reciprocità, vale a dire il reciproco riconoscimento dei versamenti operati presso ciascuna Cassa. “Le Casse edili che non applicano la reciprocità con altre Casse edili regolarmente costituite – si legge nella circolare – non possono rilasciare dichiarazioni liberatorie di regolarità contributiva. Tale principio è oggi assicurato attraverso la cooperazione telematica con la Commissione nazionale paritetica per le casse edili (Cnce)”.
Per Franco Turri, segretario nazionale della Filca-Cisl, “la circolare del ministero pone finalmente fine ad una questione ‘storica’, e ha il merito di definire esattamente che le Casse edili che possono rilasciare il Durc sono solo quelle indicate dalla contrattazione nazionale fatta da Feneal, Filca e Fillea. L’unico documento valido come certificazione è il Durc – sottolinea Turri – e non sono ammesse altre forme di certificazione, mettendo così fuori gioco tutte le Casse edili anomale. Altro elemento positivo è che la nota rafforza la Commissione nazionale delle Casse edili in quanto stabilisce che per rilasciare la certificazione bisogna essere collegati al circuito nazionale, attivando così una vera operazione di trasparenza e regolarità tra le imprese e negli appalti, pubblici e privati”.
