CASSA INTEGRAZIONE, E’ BOOM!

CASSA INTEGRAZIONE, E’ BOOM!

“A fronte del continuo aumento delle criticità, è urgente arrivare all’approvazione della riforma del lavoro, ed è positivo che si sia arrivati ad una selezione degli emendamenti più importanti e condivisi, in particolare migliorando il sostegno al reddito per i lavoratori sospesi nelle imprese sotto i 15 dipendenti tramite l’utilizzo della bilateralità e l’indennità di fine lavoro per i co.co.pro.”. Lo dichiara il Segretario generale aggiunto, Giorgio Santini commentando i dati dell’Osservatorio Cisl su occupazione e cassa integrazione relativo al primo quadrimestre del 2012, che evidenzia un netto peggioramento della situazione negli ultimi mesi. “Un così alto numero di lavoratori disoccupati e in cassa integrazione richiede però, sottolinea Santini – nuove risorse per la ricollocazione lavorativa. E’ altresì urgente che vengano ripartite tra le Regioni le risorse per la cassa in deroga per il 2012, in misura adeguata alle esigenze. Questo sarà tuttavia insufficiente senza interventi che possano compensare gli effetti negativi delle misure di austerità che stanno frenando la ripresa economica in un paese in recessione. Occorrono, da una parte, misure di rilancio della domanda interna, dall’altra un intervento sul fisco che alleggerisca le tasse su lavoro e impresa”.

L’osservatorio Cisl su occupazione e cassa integrazione evidenzia un netto peggioramento della situazione negli ultimi mesi. Circa le ore autorizzate di cassa integrazione, nonostante la leggera riduzione di aprile, restano ad un livello elevatissimo dopo le consistenti crescite di febbraio e marzo, con 86,2 milioni di ore. Sembra essersi invertita la tendenza ad una graduale riduzione osservata nella seconda metà del 2011, e la cassa integrazione nei primi mesi del 2012 è tornata ai più elevati livelli dei primi mesi del 2012: nel complesso, nei primi quattro mesi del 2012 sono state infatti autorizzate lo stesso numero di ore del primo quadrimestre 2011: 322 milioni di ore. Sono cambiate, tuttavia, le proporzioni tra cigo, che è aumentata tra primo quadrimestre 2011 e primo quadrimestre 2012, e cigs che, al contrario, si è ridotta, restando pressoché invariata la cig in deroga. Colpisce soprattutto la crescita della cigo, che in confronto al mese di aprile dello scorso anno fa registrare un incremento del 41,5%, da attribuire al settore industriale, e in quantità più contenute al settore edile. Tale travaso tra cigs e cigo sembra suggerire un aumento di nuove crisi aziendali nell’industria. E’ preoccupante anche la crescita generalizzata delle ore autorizzate di cigs nel settore del commercio. Relativamente alle aree territoriali, assistiamo ad andamenti eterogenei con due dati piuttosto allarmanti: l’aumento della cigo nelle regioni settentrionali e la crescita generalizzata di tutte e tre le tipologie di cassa integrazione nelle regioni centrali. L’osservatorio fornisce una stima approssimativa di circa 265.000 lavoratori mediamente in cassa integrazione per ognuno dei primi quattro mesi del 2012, tenendo conto del livello effettivo di utilizzo verificatosi lo scorso anno. Si registra un leggero aumento (+1,5%) delle domande di disoccupazione tra marzo 2012 e marzo 2011, mentre le domande di mobilità sono state il 14% in meno.

Quanto all’occupazione l’osservatorio analizza i dati Istat riferiti al IV trimestre 2011 ed i più recenti dati di marzo 2012. Tra i due periodi si registra un aumento delle criticità, con una occupazione che nell’ultimo trimestre dello scorso anno era in leggera crescita per effetto dello slittamento dell’accesso alle pensioni, ma che a marzo 2012 è in diminuzione: evidentemente la permanenza al lavoro di un certo numero di lavoratori anziani non compensa più gli effetti della crisi che nel 2012 stanno diventando ancora più pesanti, ed il tasso di disoccupazione complessivo arriva quasi al 10%, quello femminile all’11%, quello giovanile sfiora il 36%. Tra marzo 2011 e marzo 2012 i posti di lavoro persi sono 88.000, soprattutto nel Mezzogiorno, ed i disoccupati superano i 2 milioni e mezzo. In tempo di crisi, con prospettive incerte, crescono solo il lavoro a termine, non più confinato nelle fasce di età giovani, ma coinvolgendo in misura più ampia del passato lavoratori con oltre 34 anni, ed il part-time involontario, con lavori accettati in mancanza di impiego a tempo pieno.

(dal sito www.conquistedellavoro.it)

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