“Raccoglieremo cinquecentomila firme per far pagare meno la benzina ai lavoratori ed a tutti i cittadini italiani”. Parola del segretario generale della Cisl, Raffaele Bonanni, che oggi ha confermato l’impegno del sindacato per la campagna di raccolta di 500.000 firme, insieme alla Fegica, alle associazioni dei consumatori e del commercio, per l’approvazione di un disegno di Legge per la riorganizzazione e l’efficienza del mercato petrolifero e per il contenimento dei prezzi dei carburanti. “Vogliamo separare il ruolo dei petrolieri da quello dei rivenditori finali, rompendo il monopolio esistente ed abolendo il vincolo della fornitura in esclusiva imposto ai gestori, rendendo più trasparenti le condizioni di approvvigionamento. In questo modo si può ottenere un significativo calo del prezzo della benzina ed un risparmio di almeno 400 euro all’anno a famiglia. Non ci stancheremo di alzare la voce su questo tema. Noi continuiamo a chiedere la defiscalizzazione delle accise sulla benzina per far pesare meno sulle tasche dei lavoratori gli effetti negativi dell’aumento dei prodotti energetici che acuiscono una situazione economica già difficile per tutto il sistema Italia. Il Governo aveva promesso di tagliare le accise qualora il petrolio fosse arrivato sopra i 70 dollari al barile. Invece le tasse stanno aumentando ed ogni volta che aumenta la benzina lo stato incassa di più senza colpo ferire. Per questo la Cisl raccoglierà ora 500 mila firme: il Parlamento dovrà ascoltarci e liberalizzare davvero questo settore”.
Proprio da oggi scatta, infatti, l’aumento dell’accisa sui carburanti. Per la benzina il rincaro dell’accisa è di 0,73 centesimi e le aliquote di accisa arrivano cosi per la benzina a 571,30 euro per mille litri mentre per il gasolio usato come carburante a 430,30 euro per mille litri. Il provvedimento è legato al decreto legge del 31 marzo con il quale si è deciso di finanziare, attraverso l’accisa sui carburanti, l’incremento del fondo per la cultura. L’entità degli oneri è pari a 236 milioni di euro a decorrere dal 2011, incrementati di 45 milioni dal primo luglio 2011 e fino al 31 dicembre sempre di quest’anno e di 90 milioni di euro per gli anni 2012 e 2013.
Ma, come se non bastasse l’aumento dell’accisa, arrivano anche nuovi rincari da parte delle compagnie petrolifere. Questa mattina – secondo il monitoraggio della ‘Staffetta quotidiana’ – Eni ha messo a segno il secondo aumento consecutivo, con un +1,7 centesimi sia per la benzina sia per il gasolio (con l’incremento di ieri sono 2,7 cent in sole 48 ore). E le altre compagnie si sono subito adeguate, con rincari altrettanto significativi. Per Ip l’incremento è di un centesimo su entrambi i prodotti, con prezzi a 1,566 euro per la benzina e a 1,476 euro per il gasolio. Rialzo anche per Q8: +1,4 centesimi sui due prodotti, con la verde a 1,572 euro e il diesel a 1,483 euro. Per Tamoil l’aumento è di 1,9 centesimi sia sulla benzina (1,581 euro) sia sul gasolio (1,486 euro). E poi TotalErg, con +0,5 centesimi sulla verde a 1,568 euro e +1,2 centesimi sul diesel a 1,481 euro. Sul territorio le punte minime sono in Piemonte e in alcune zone della Lombardia, a 1,542 euro sulla verde e a 1,458 euro sul gasolio. Le massime sulla benzina sono “come sempre in Campania, anche per via dell’addizionale regionale di 3,1 centesimi: il record questa mattina è a 1,663 euro”. Per il gasolio la punta massima è in Sicilia a 1,548 euro.
Ricordiamo che da tempo la Cisl chiede al governo di intervenire con un alleggerimento fiscale sul prezzo pagato alla pompa e che esiste un progetto di riforma del mercato della distribuzione messo a punto dalle associazioni dei gestori che, a conti fatti, consentirebbe di diminuire il costo dei carburanti di circa 6 centesimi al litro. Nei giorni scorsi, il numero uno di via Po, ha inviato una circolare a tutte le strutture Cisl con l’invito a sostenere la campagna di raccolta firme con l’obiettivo di raggiungere quota 500mila entro il prossimo 31 maggio. “Si tratta – scrive Bonanni – di una situazione ormai non più sostenibile e derivante da una fiscalità che colpisce le fasce più deboli, quali i lavoratori e i pensionati, alla quale si devono sommare gli effetti negativi di un mercato bloccato e saldamente nelle mani di pochi oligopolisti che controllano tutta la filiera e stabiliscono, a monte, i prezzi per ogni singola area di mercato. In sostanza, distributori e impianti – senza bandiera riforniti dalla medesima compagnia – che praticano un prezzo più basso di quelli che espongono un marchio. Due diversi canali di vendita per discriminare i cittadini e penalizzare quelli che non hanno la fortuna di avere nelle vicinanze della loro abitazione un impianto a basso prezzo”. Il leader della Cisl ricorda che anche l’Antitrust ha avviato un’indagine conoscitiva su un sistema che, sottolinea Bonanni, “grava enormemente sui cittadini e rappresenta un vero e proprio prelievo fiscale coatto al quale va messa la parola fine”.
Alla circolare di Bonanni ha fatto seguito anche l’invio a tutte le strutture da parte del segretario organizzativo Paolo Mezzio del materiale informativo sull’iniziativa. In particolare, le strutture e le associazioni della Cisl, a partire dall’Inas e dal Caf, ad organizzare punti di raccolta delle firme utilizzando l’imminente avvio della campagna fiscale che vedrà la presenza di centinaia di migliaia di lavoratori e pensionati presso le nostre sedi. Tutte le strutture, infine, sono invitate a promuovere in tutti i territori iniziative pubbliche per spiegare i contenuti e le ragioni che hanno spinto la Cisl a rompere gli indugi ed avanzare un’organica proposta di riforma del settore.
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(dal sito www.conquistedellavoro.it)