CARO-BENZINA, LA CISL CHIEDE AL GOVERNO DI BLOCCARE LE TASSE SUI CARBURANTI

CARO-BENZINA, LA CISL CHIEDE AL GOVERNO DI BLOCCARE LE TASSE SUI CARBURANTI

Più che Gheddafi, a farla da padrone sulle oscillazioni del prezzo del petrolio è sempre più la speculazione, con ripercussioni immediate sui prezzi dei carburanti alla pompa. Il recentissimo rincaro di 2 centesimi su benzina e gasolio da parte di Eni ha tirato come di consueto la volata. Incrementi dei prezzi raccomandati della stessa entità (2 cent) sono stati infatti decisi da Shell, Tamoil e TotalErg, IP ha rincarato addirittura di circa 2,2 cent la benzina e 2 il diesel. Ma gli altri non sono rimasti al palo sebbene con manovre meno pronunciate: Q8 ha aumentato infatti di 1 centesimo, Esso di 1,5. Record per il prezzo della benzina al Sud, dove il carburante ha toccato e superato quota 1,570 (nell’estate 2008 si era fermato a 1,560) fino a 1,576 euro/litro. Diesel con punte massime fino a 1,455. Gli effetti su un’economia già arrancante come la nostra, con l’aggravio di un mix energetico fortemente squilibrato a favore degli idrocarburi e con un sistema di trasporto merci e logistica ancora incentrato sulla gomma, rischiano di essere devastanti.
Per questo il leader della Cisl, Raffaele Bonanni, ha proposto il blocco delle tasse sugli idrocarburi per uso industriale e civile. “Il governo deve convocare subito le parti”, ha dichiarato il numero uno di via Po in un’intervista rilasciata al Messaggero. “Vogliamo un confronto per evitare ulteriori aggravi sul versante industriale e su quello delle famiglie”, ha detto ancora Bonanni, aggiungendo che per evitare manovre speculative, “l’esecutivo dovrà tenere un comportamento regolatorio sui produttori, i quali giocano spesso sui prezzi alla pompa in regime di totale monopolio dei carburanti e della distribuzione”.
A riprova che essenzialmente di speculazione si tratti, oggi il commissario europeo per l’energia Guenther Ottinger, ha fatto sapere che il regime di Gheddafi non controlla più i principali campi petroliferi libici. Per Oettinger, ci sono fondati motivi per ritenere che i maggiori giacimenti di gas e petrolio in corso di sfruttamento siano passati sotto il controllo delle formazioni ribelli. E questo sarebbe anche il motivo per il quale l’Ue ha deciso di varare sanzioni non generalizzate ma mirate nei confronti degli esponenti della famiglia Gheddafi e del suo entourage. La esportazioni di idrocarburi dalla Libia verso l’Europa, ha aggiunto il commissario, non sono “trascurabili”, ma rappresentano comunque solo il 3% del volume complessivo del mercato europeo del gas e il 10% di quello del petrolio.
Intanto, si conferma il rafforzamento della crescita dei prezzi nell’area euro a inizio anno, ma con una inflazione media al 2,3 per cento su base annua il dato definitivo pubblicato da Eurostat si è rivelato leggermente inferiore a quello della stima iniziale, di un decimale. A dicembre l’inflazione di Eurolandia si era attestata al 2,2 per cento e gli sviluppi su questo fronte, che risentono prevalentemente dei rincari su petrolio e energia, stanno attirando una crescente attenzione perché potrebbero spingere la Banca centrale europea a un orientamento più restrittivo della politica monetaria, che da quasi due anni vede i tassi di interesse fermi al minimo storico dell’1 per cento. Il caro vita generale continua ad accusare i contraccolpi degli aumenti dei prezzi di petrolio e altri beni energetici, al più 12 per cento annuo a gennaio secondo Eurostat, che nelle passate settimane hanno ricevuto ulteriori spinte a causa dell’allargarsi di tensioni e scontri sociali tra paesi del mondo arabo. I drammatici sviluppi che hanno avuto in Libia hanno finito per spingere il barile di petrolio Brent, scambiato a Londra, a quasi quota 120 dollari la scorsa settimana; successivamente i prezzi si sono in parte moderati ma restano elevati. Gennaio segna il secondo mese consecutivo in cui l’inflazione dell’area euro supera quel fatidico 2 per cento che, su un periodo di tempo prolungato, rappresenta il limite obiettovo della Bce. Giovedì torna a riunirsi proprio il Consiglio direttivo dell’eurotower e, sebbene per l’immediato non siano attese modifiche sui tassi, l’istituzione potrebbe fornire nuove indicazioni sui suoi orientamenti.
(dal sito www.conquistedellavoro.it)

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