TORINO (nostro servizio) . Ennesimo incidente mortale nei cantieri dell’edilizia. Giovanni Renda , 48 anni, dipendente della CavToMi (il consorzio per l’alta velocità Torino-Milano), è rimasto schiacciato da una paratia pesante alcune tonnellate. La tragedia è avvenuta, ieri mattina, alle 8.30, nei pressi di Rondissone all’imbocco della galleria. “Poteva essere una strage – raccontano due operai Franco Summa e Mario De Crutola , tra i primi ad accorrere – erano in cinque e dovevano smontare il ponteggio, ma qualcosa è andato storto. La struttura ha ceduto ed è crollata. Tutti sono riusciti a mettersi in salvo, ma non Giovanni, che è rimasto sotto stritolato”. Una fine atroce, avvenuta sotto gli occhi del figlio, anche lui dipendente del cantiere, e che si trovava a pochi metri dalla galleria. Decisa e spontanea la reazione dei lavoratori che hanno indetto uno sciopero di 8 ore per protestare contro la mancanza di sicurezza dei cantieri e per ricordare l’amico scomparso. Giovanni Renda è però solo l’ultima vittima, degli incidenti sul lavoro. A Torino e provincia, in 16 mesi, sono già otto i lavoratori che hanno perso la vita. “Un vero e proprio bollettino di guerra – dichiara Antonio Castaldo , segretario generale Filca Torino – e questa ennesima morte conferma drammaticamente la bontà delle motivazioni che ci hanno spinto il 6 di febbraio a scioperare, per chiedere più sicurezza nei cantieri, più formazione per i lavoratori, maggiore attenzione nel rispetto delle regole”. L’assicurazione che le grandi opere di Torino si sarebbero realizzate a “morti zero” e in totale sicurezza, sembra essere divenuta una semplice utopia. “Come organizzazioni sindacali, nazionali e territoriali, abbiamo già chiesto – continua Castaldo – un incontro immediato con l’azienda per cercare di capire se nei cantieri le norme legislative e quelle contrattuali, previste dall’accordo quadro, erano state tutte rispettate. La situazione si fa ogni giorno più difficile, le imprese, pressate dai tempi stretti in cui devono consegnare l’opera, spesso trascurano la messa in sicurezza. E l’incuria, in un settore come quello dell’edilizia, provoca episodi infausti come questo”. “Se le grandi opere – conclude Nanni Tosco , segretario generale della Cisl di Torino – sono l’occasione per un miglioramento dell’immagine e della qualità della vita di Torino e dei suoi cittadini, è importante che questo abbia come fondamento la sicurezza e l’incolumità dei lavoratori, che operano nei diversi cantieri. Siamo quindi convinti che la scommessa di una nuova identità di Torino, città europea e centro di cultura, economico e sociale, debba essere costruita, rispettando, però, la vita dei lavoratori, perché come dicevano gli edili scesi in piazza il 6 febbraio, si lavora per vivere e non per morire”.
Demetrio Paolin