Di seguito una nota dei segretari generali di Caltanissetta di Filca-Cisl (Franco Iudici), FenealUil e Fillea-Cgil.
Il territorio provinciale nisseno incassa un altro colpo letale: 41 lavoratori della Di Vincenzo Srl (azienda già sottoposta a confisca definitiva), impegnati presso il cantiere di viale della Regione, sono stati raggiunti dal provvedimento di licenziamento. Si acuisce la disperazione di questa landa di trincea che deve continuare a sopportare la perdita di migliaia di posti di lavoro e la chiusura di tantissime aziende che, dal 2008 ad oggi, sono state costrette a chiudere i battenti per una crisi economica senza fine. C’è poi un tessuto sociale che vive perennemente in bilico: le famiglie dei lavoratori costrette a caricarsi l’ennesimo dramma, costrette a vivere in un clima di apprensione e inquietudine, sempre con il fiato addosso. Una situazione inaccettabile al limite del paradosso.
Nel respingere i licenziamenti, chiedendone l’immediata revoca, è stata subito interessata la Prefettura di Caltanissetta al fine di dirimere la vertenza in atto. Ravvisiamo la necessità di attivare l’ammortizzatore sociale in costanza di rapporto di lavoro, così come è stato chiesto durante l’incontro del 3 novembre u.s. presso la Direzione Territoriale del Lavoro di Caltanissetta, per mantenere i livelli occupazionali e superare questa fase di transizione finalizzata al rilancio aziendale. Perdere altri segmenti di economia significa mettere sul reticolato altri lavoratori che si aggiungono alla foltissima schiera di tantissimi disoccupati che da anni vivono in condizioni di indigenza. Significa, continuare a dare altri colpi deleteri al territorio. La Di Vincenzo Srl dispone di altissime capacità professionali nel comparto delle costruzioni: un patrimonio umano e professionale da tutelare per consentire la continuità aziendale della stessa Di Vincenzo Srl. Il riutilizzo dei beni confiscati deve rappresentare un intervento concreto e strutturale di sviluppo locale, altrimenti si corre il rischio di confinare il loro ruolo a mera testimonianza. Contribuire a rilanciarli vuol dire determinare un’occasione di sviluppo economico e continuità lavorativa, significa riaffermare positivamente la cultura della legalità oltre che di fondamentale rilancio economico e sociale. E’ questo oggi un patrimonio che non va disperso ma rafforzato. Soprattutto, in questa stagione di grave crisi economica. Per queste ragioni si devono favorire anche tutti quegli ammortizzatori sociali indispensabili per assicurare un’adeguata tutela ai lavoratori delle aziende sequestrate e confiscate. Aumentare queste buone pratiche vuol dire rafforzare la legalità, ed è importante farlo soprattutto in queste aree colpite da una crisi senza precedenti. Diversamente, significa l’ennesima sconfitta per i lavoratori delle aziende confiscate.