Pubblichiamo una nota di Francesco Iudici, segretario generale della Filca-Cisl di Caltanissetta, sulla gravissima crisi che sta colpendo il settore dell’edilizia nel territorio nisseno.
Il Settore edile in provincia di Caltanissetta è agonizzante. La causa di questo fenomeno è da addebitare al crollo degli appalti pubblici e privati e alla conseguente perdita di circa 500 di posti di lavoro. Lo rileva il report effettuato dal Segretario Generale della Filca Cisl Sicilia, Santino Barbera, che evidenzia dati poco confortanti per il futuro del settore edile a tutti i livelli.
I numeri della crisi sono evidenti e ritraggono un comparto in affanno con pochi segnali di ripresa. Basta sfogliare il libro nero della crisi: in provincia di Caltanissetta nel 2011 sono state celebrate 27 gare in meno rispetto al 2010 (72 nel 2010, 45 nel 2011: -37,50 per cento). In termini economici, nel 2011, si è registrato un calo vertiginoso degli importi di opere pubbliche (- 96,81%).
Lo stesso trend di risultati si registra a livello regionale così come ha avuto modo di ribadire e denunciare più volte il Segretario Generale della Filca Cisl Sicilia, Santino Barbera. Nel 2010, in Sicilia, sono state espletate 1114 gare rispetto alle 755 del 2011 (-359 ovvero, in termini percentuali, -32,23) con una percentuale di investimenti che si riduce di 74,47% rispetto al 2010.
Al capezzale dell’ammalato (appalti pubblici e privati), c’è anche il fenomeno della disoccupazione che continua a crescere con numeri da vera emergenza sociale. Nel 2011, infatti, in provincia di Caltanissetta sono andati in fumo 476 posti di lavoro rispetto all’anno precedente. Secondo i dati rilevati dalla Filca Cisl Caltanissetta, nel 2010, sono stati registrati in Cassa Edile 4509 lavoratori:nel 2011, invece, risultano censiti 4033 lavoratori.
Che il settore non goda di buona salute lo conferma anche il fatto che le imprese edili in provincia di Caltanissetta nel 2011 sono diminuite rispetto all’anno precedente: 840 aziende presenti nel 2010 rispetto alle 823 nel 2011. Una perdita di 17 società che hanno abbassato le saracinesche.
In calo inoltre la presenza di lavoratori stranieri attivi in edilizia nella provincia nissena che sono passati dai 183 del 2010 ai 134 del 2011 (49 lavoratori stranieri in meno). La Filca Cisl ritiene necessario, per porre freno a questa emorragia, definire un patto: una larga intesa con i governi di emergenza economica e sociale, dedicando tutto il tempo rimanente delle legislature ai vari livelli, (nazionale, regionale, provinciale e comunali) ad azioni necessarie per non sprecare, frammentare, disperdere i nove miliardi ancora non spesi di fondi dell’Unione Europea.
Chiediamo alla politica di preoccuparsi della vera emergenza, quella economica e sociale, che in questo momento investe la provincia di Caltanissetta, travolge le famiglie, i lavoratori, le aziende. Sarà questo il tema che caratterizzerà la manifestazione dell’1 marzo a Palermo e vedrà in prima linea le parti sociali (imprese e sindacato).
Bisogna fermare ed evitare lo scempio di risorse registrato con la programmazione 2000-2006. Sull’utilizzo dei fondi europei non possiamo più tollerare ritardi. Non a caso la Sicilia è il fanalino di coda ed il rilancio economico e il risanamento della provincia ruota tutto attorno alla capacità di spendere in fretta e bene: sta per suonare la campanella con gli ultimi finanziamenti e il “tesoretto” offerto dalle risorse della Comunità Europea rischia di essere vanificato nonostante il richiamo di Roma e Bruxelles per accelerare programmi, progetti e procedure.
Per queste motivazioni è auspicabile che il governo regionale si impegni a definire con le rappresentanze del lavoro e delle imprese i pochi obiettivi di sviluppo su cui concentrare i progetti. Non vogliamo essere ripetitivi ma, a nostro avviso, la provincia di Caltanissetta può uscire dalla spirale recessiva e cambiare volto con l’avvio di opere come la Agrigento-Caltanissetta, la Siracusa-Gela, la Gela-Santo Stefano di Camastra, il ripristino del viadotto Geremia II, la viabilità interna al territorio, il collegamento tra Mussomeli e Caltanissetta, la riedificazione del ponte della linea ferrata Catania-Caltagirone-Gela, i lavori di ripristino del porto rifugio di Gela, gli investimenti di Caltaqua relativi alla rete idrica di Manfria e al depuratore di Macchitella, senza tralasciare gli investimenti all’interno della Raffineria di Gela.
Questi interventi strutturali produrrebbero sicuramente sviluppo all’interno del territorio provinciale per almeno 5 anni ridando serenità alle famiglie e soprattutto ai tanti giovani e ai tanti lavoratori edili disoccupati da diverso tempo.