CALTANISSETTA, APPELLO DELLA FILCA-CISL PER RIDARE FIATO ALL’EDILIZIA

CALTANISSETTA, APPELLO DELLA FILCA-CISL PER RIDARE FIATO ALL’EDILIZIA

Di seguito una nota di Francesco Iudici, segretario generale della Filca-Cisl Caltanissetta.

L’anno che verrà di Lucio Dalla, scritta nel 1978, è una lettera ad un amico lontano che racchiude una serie di riflessioni aderenti ai problemi di oggi. Un testo contemporaneo perché affronta temi importanti:  il desiderio di una vita libera, il grande bisogno di poter continuare a sperare. L’Italia  cavalcava un’inflazione superiore al 20 per cento. L’Italia di oggi è quella che vive la fase delicata del debito sovrano, delle banche e della speculazione finanziaria.
I problemi dei cittadini e delle comunità sono sempre gli stessi: disoccupazione, impoverimento, pressione fiscale alle stelle. Se poi trasliamo la riflessione alla città di Gela ti accorgi che siamo rimasti fermi a trent’anni fa. Lo spunto proviene dalle infinite conferenze stampa (alcune anche piuttosto recenti) sul porto rifugio di Gela. Se ne discute da decenni, ma il porto continua a rimanere lì, malandato per la vetustà del tempo: neppure la zattera di Ulisse potrebbe approdarvi per la note questione dei fondali.
La politica invece di risolvere il problema continua ad invocare tavoli tecnici su tavoli tecnici: penso invece che la politica dovrebbe chiedere “Scusa” alla città per il totale fallimento. Un atto dovuto per riconquistare credibilità. Non c’è nulla di male ammettere le proprie colpe invece di gridare al vento che il problema è stato risolto. Con questa storia del porto è l’ora di smetterla.  Dalla politica ci attendiamo che si mobiliti per fronteggiare,  con decisioni urgenti e strategiche, l’emergenza lavoro e l’economia dell’intera provincia, senza tralasciare nessun settore produttivo: dall’edilizia all’agricoltura, al commercio, al terziario.
C’è un deficit strutturale della politica che non riesce a programmare. Merita di ritornare a casa la politica irresponsabile, che piuttosto che guardare avanti nell’interesse di tutti, si ferma a cavalcare proteste inconcludenti, per logiche meramente elettorali. Il territorio rischia di affondare e scomparire definitivamente da ogni rotta e persino dalla carta geografica per la graduale desertificazione delle città.
Essendo il comparto edile il volano per il rilancio dell’economia, è necessario riaprire i cordoni della spesa pubblica indirizzando i pochi fondi a disposizione in interventi necessari alla comunità. Ad esempio, migliorando i collegamenti viari. La città di Gela necessita di un asse viario rilevante per essere collegata all’aeroporto di Comiso. Non possiamo arrivare in ritardo all’appuntamento: lo scalo avrà un impatto socio-economico notevole sia sotto l’aspetto commerciale per le imprese che per il traffico dei passeggeri. Certo, se poi crolla il ponte sul tratto ferroviario Gela-Caltagirone e non riusciamo a sistemarlo in tempi immediati (disagio acuito in questi giorni di blocco), il territorio rischia di rimanere fuori dal mondo. Dobbiamo evitare questi esempi negativi. La politica deve essere propositiva.
Ecco, perché, bisogna accelerare in tempi immediati l’inizio dei lavori della 640 Agrigento-Caltanissetta con gli oltre 600 milioni di euro. Certo, non risolverà i problemi di tutta la provincia  ma occuperà oltre 800 lavoratori nel comparto (senza dimenticare l’indotto che gira attorno alle grandi opere). Bisogna stringere il cerchio sulla Santo Stefano di Camastra-Gela. Anche sulla Siracusa-Gela, la politica deve fare di piu’, non soltanto semplici annunci televisivi in campagna elettorale: serve coraggio, serve determinazione per portare a casa un risultato importante in linea con il mandato conferito dal corpo elettorale nelle diverse tornate (amministrative, regionali, politiche).
Un monito anche alle amministrazioni comunali. Chiediamo alle singole giunte municipali di fare una ricognizione puntuale delle opere già appaltate, prevedere tempi strettissimi per rimettere in moto l’economia. Quelli di impatto immediato riguardano la messa in sicurezza e manutenzione degli edifici di proprietà delle stesse e la riqualificazione dei centri storici o dei quartieri periferici integrando l’intervento pubblico con il finanziamento dei privati.
La politica deve favorire gli investimenti: in questa direzione non possiamo che accogliere con soddisfazione il progetto per la realizzazione del centro commerciale di Gela. L’opera abbraccerà diversi campi: inizialmente il settore edile, successivamente il comparto del terziario. Si creeranno numerosi posti di lavoro nel breve e nel lungo periodo. Un’altra scommessa positiva sarà la realizzazione del “polo agro energetico serricolo fotovoltaico” della potenza di 80 megawatt: un investimento di 110 milioni di euro e l’occupazione di 500 operai per tre anni. Forza lavoro che si ridurrà gradualmente dopo la costruzione, fino a stabilizzarsi a 250 unità per la gestione permanente dell’impianto.
Al sindaco di Gela chiediamo inoltre di velocizzare i tempi per altre cinque opere: via Omero, Orto Pasqualello, Via F. Crispi, il consolidamento della bretella Borsellino, che collega il lungomare con la zona alta della città e la riqualificazione del lungomare Federico II di Svevia. Questo determinerà occupazione per numerosi lavoratori edili.
Dulcis in fundo, ma non per ordine di importanza gli investimenti della Raffineria di Gela che faranno rifiatare i lavoratori dell’indotto per alcuni anni.

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