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CALABRIA, SENZA INFRASTRUTTURE NON SI AGGANCIA LA RIPRESA

CALABRIA, SENZA INFRASTRUTTURE NON SI AGGANCIA LA RIPRESA

Foto dal sito newz.it
Foto dal sito newz.it

“La Calabria è una regione abbandonata al suo destino; è un territorio isolato, marginale, mortificato da strategie pubbliche inesistenti. Le criticità della rete infrastrutturale regionale sono ferite aperte da sempre”. È un vero grido d’allarme quello lanciato dai sindacati cosentini sulla situazione regionale di ferrovie, strade, porti e aeroporti. “Insieme a Cgil, Uil, Feneal e Fillea – spiegano Tonino Russo e Mauro Venulejo, segretari generali della Cisl e della Filca di Cosenza – abbiamo preparato un documento, che consegneremo al Presidente del Consiglio Matteo Renzi, in visita questa mattina nel nostro territorio”. Renzi, insieme al ministro dei Trasporti e delle Infrastrutture Graziano Delrio e al Presidente dell’Anas Gianni Vittorio Armani, parteciperà alla cerimonia di abbattimento dell’ultimo diaframma della galleria Mormanno Nord, sul tracciato dell’autostrada Salerno-Reggio Calabria.
“La visita del premier – spiegano Russo e Venulejo – non può non suscitare l’attenzione su una serie di A3 Salerno-Reggio Calabriaquestioni che per i sindacati sono ancora aperte e che necessitano risposte certe ed impegni concreti”. L’elenco delle incompiute, o comunque delle infrastrutture necessarie, è davvero lungo: “La tratta Roseto-Sibari e aspetta invano da sette anni un via libera dal Comitato interministeriale. Per la sua cantierizzazione dove sono previsti più di un miliardo di investimenti che darebbero occupazione e contribuirebbero allo sviluppo della intera Regione. La Sibari-Mandatoriccio-Crotone della Statale Ionica, invece, considerata dall’Aci una delle arterie più pericolose d’Italia, rischia di veder derubricati gli interventi di riqualificazione a semplice restyling”. Ma è la A3 Salerno-Reggio Calabria, come prevedibile, a preoccupare di più i sindacati: “Recentemente Renzi ha annunciato il completamento dell’autostrada per il 22 dicembre prossimo. Saremmo felici che ciò avvenisse – riferiscono i segretari di Cisl e Filca – ma è un pronostico difficile per tutta una serie di tratti non ancora ammodernati, non finanziati e di estremo pericolo per le popolazioni perché soggette a rischio dissesto idrogeologico. Insomma, c’è il rischio che dopo otto miliardi di euro spesi si inaugurerà la più grande incompiuta d’Europa”.
A scatenare la protesta dei sindacati il drastico taglio delle risorse previste: “Il finanziamento di 3 miliardi per l’A3 è sceso a 700 milioni. Ancora peggiore la prospettiva per la Statale Ionica: si passa da 6,3 miliardi a 1,5. I tagli, decisi per ‘mancanza di copertura’, riguardano risorse riallocate dal governo a3Prodi sulla viabilità calabrese dopo il superamento del progetto Ponte sullo Stretto. Denari poi dirottati dal successivo governo Berlusconi su altri capitoli di spesa”. Tra le denunce dei sindacati anche la Sibari Crotone, che registra indici di pericolosità tra i più elevati d’Italia e che aspetta da anni la messa in posa di un nuovo tracciato a due corsie. “Si teme una drastica riduzione dell’investimento – accusano Russo e Venulejo – con un nuovo progetto che limiterebbe l’intervento a un semplice restyling: la ‘strada della morte’ resterebbe così a una sola corsia”. Infine la Strada Statale 534 Sibari-Firmo: i tempi di realizzazione sono abbondantemente scaduti e c’è il rischio concreto di perdere i finanziamenti se l’opera non verrà completata entro il 31 marzo 2017. “Ce n’è abbastanza – concludono i due sindacalisti – per chiedere al Governo l’apertura di un ‘cantiere Calabria’. Un coordinamento che unisca Regione, grandi aziende pubbliche e private, tra cui ferrovie, Anas, Enel, e parti sociali nella definizione dei progetti indifferibili. È il momento di realizzare quegli investimenti capaci di colmare il divario che tiene inchiodato non solo il Sud e la Calabria, ma tutto il Paese”.

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