Dopo i drammatici infortuni avvenuti nelle cave bresciane a giugno e ad ottobre dello scorso anno, i Consorzi produttori di marmo e le organizzazioni sindacali – con il sostegno di Provincia e Regione – hanno messo a punto e sviluppato un progetto per migliorare la sicurezza dei lavoratori nelle cave di marmo. Accanto alla predisposizione di vademecum nato dall’esperienza di chi in cava lavora quotidianamente, è stato realizzato un corso di formazione pilota che ha coinvolto un centinaio di lavoratori e che ha visto alternarsi nelle lezioni geologi, ingegneri minerari e specialisti della gestione delle emergenze.
Un’esperienza pilota – chiesta a suo tempo con forza dalla Filca-Cisl di Brescia, guidata da Roberto Bocchio – per portare anche in un ambiente di lavoro oggettivamente carico di rischi, quei concetti di sicurezza che possono scongiurare il ripetersi di incidenti come quelli che hanno sconvolto il lavoro estrattivo nella nostra provincia.
Quello bresciano è il secondo bacino d´estrazione a livello nazionale, in grado di produrre circa 300 mila tonnellate di materia prima commerciabile. Un centinaio le aziende, per lo più piccole realtà che complessivamente occupano circa 400 lavoratori.
(dal sito della Cisl di Brescia)