“Per rigenerare e riqualificare i condomìni italiani è bene coinvolgere le stazioni appaltanti attraverso una gestione univoca, digitale e accentrata localmente dei nuovi bonus. In particolare i cittadini con fasce di reddito più elevate potranno utilizzare la detrazione fiscale, mentre per i cittadini meno abbienti sarà necessaria un’agevolazione più alta con intervento diretto, sconto in fattura o cessione del credito”. Lo propone Enzo Pelle, segretario generale della Filca-Cisl nazionale.
“Il DL 212/2023 del 30 dicembre 2023 – spiega – ha previsto misure urgenti relative al tanto discusso Superbonus, venendo incontro ai cittadini con reddito inferiore ai 15mila euro e che abbiano svolto almeno il 60% dei lavori a dicembre 2023. Il sistema dei bonus deve tenere presente che nei condomìni delle aree periferiche complesse gravano numerose problematiche: la mancanza di interventi precedenti, le modifiche del costruito, l’anzianità degli edifici, che non permette il salto di due classi energetiche, l’assenza della normativa antisismica, la complessità nella cessione del credito e nella gestione degli alloggi per gli inquilini. Di conseguenza – dichiara Pelle – è fondamentale ripensare i bonus per il futuro, correlandoli a fondi finanziati come quelli del Piano Nazionale Complementare, che ha decorrenze più lunghe, e alle norme sulla rigenerazione urbana. Bisogna indirizzare gli incentivi fiscali, differenziarli in funzione dei cittadini coinvolti, unificare le risorse, fare interventi di demolizione e ricostruzione, monitorare il patrimonio edile, operare una selezione qualificata degli operatori economici e dare trasparenza ai progetti.
Il nuovo paradigma – prosegue il sindacalista cislino – è coinvolgere le amministrazioni locali nella gestione delle risorse, utilizzando in modo combinato la spesa diretta e le agevolazioni fiscali, come i bonus edili, servendosi di nuovi metodi di digitalizzazione che monitorino, nel tempo, l’utilizzo e la destinazione delle aree rigenerate/riqualificate”. Il segretario generale della Filca interviene sul tema della trasparenza: “Per garantirla – spiega – è fondamentale che le stazioni appaltanti locali si occupino direttamente dei finanziamenti per le aree individuate, mettendoli in trasparenza e monitorandoli, grazie anche ai nuovi metodi di digitalizzazione previsti dalla norma dei Contratti Pubblici. Le capacità di questi centri di spesa, che dovranno essere ulteriormente potenziate, potranno garantire qualità dei progetti e nella selezione dell’operatore economico e, di conseguenza, del costruito/riqualificato. Nei progetti di rigenerazione/riqualificazione individuati dalle amministrazioni locali, per i condomìni in aree complesse e critiche che non hanno nemmeno pensato di sfruttare il superbonus, le stazioni appaltanti devono poter intervenire direttamente utilizzando il sistema dell’offerta economicamente più vantaggiosa, che consente un risparmio di spesa, attraverso le economie generate dal ribasso d’asta, garantendo al contempo la qualità del lavoro e la sicurezza degli addetti.
I nuovi bonus di riqualificazione – dichiara il segretario generale della Filca – devono quindi prevedere un duplice canale: per i cittadini con fasce di reddito più elevate si potrà accedere all’agevolazione nella già sperimentata e comprovata modalità in detrazione fiscale, agevolando al contempo l’accesso ad un sistema di concessione del credito, a copertura della percentuale non soggetta a detrazione. È auspicabile, di conseguenza, la creazione di un fondo per il credito di questi specifici casi, aperto anche alla partecipazione di investimenti in partenariato pubblico-privato. Per i cittadini con redditi più bassi e per i quali sarebbe impossibile partecipare alle spese o ottenere un credito bancario per la copertura delle percentuali, è invece necessaria un’agevolazione più alta con intervento diretto, sconto in fattura o cessione del credito. La gestione diretta/indiretta delle Amministrazioni locali fornirebbe garanzie di qualità e impulso alla rigenerazione sistemica, con l’accesso all’agevolazione differenziata, in modo da essere più funzionale per le aree di intervento, sostenibile per lo Stato e più equa e partecipata socialmente. Una struttura volta a rendere efficienti gli investimenti, trasparenti e moderni, per alzare la qualità del costruito e della vita dei cittadini del paese”, conclude Enzo Pelle.