Si è svolto oggi un incontro tra il gruppo parlamentare del Partito Democratico, guidato dal capogruppo on. Serracchiani ed i Segretari generali di FenealUil, Filca Cisl e Fillea Cgil, Vito Panzarella,
Enzo Pelle e Alessandro Genovesi che denunciano di non essere stati convocati al tavolo delle parti sociali previsto dal Governo. “Nel ringraziare il gruppo Parlamentare del Partito Democratico e
pronti ad incontrare tutti i gruppo parlamentari di maggioranza e opposizione, abbiamo evidenziato tutte le nostre criticità di merito e di metodo per il recente decreto 11/2023 che ha bloccato
dall’oggi al domani la cessione del credito e lo sconto in fattura, con il rischio che circa 100 mila lavoratori possano perdere l’impiego”. Così dichiarano in una nota i Sindacati delle Costruzioni.
“Gli obiettivi ONU e UE sull’efficienza energetica e sulla sostenibilità ambientale ci impongono invece una politica di sistema per riqualificare il nostro patrimonio edile, pubblico e privato, tra
i più vetusti ed energivoro del continente. Occorre inoltre mettere in sicurezza il costruito rispetto ai rischi sismici ed idrogeologici molto elevati nel nostro Paese e che provocano ogni anno danni per miliardi di euro”.
“Per questo – continuano gli edili di Cgil, Cisl e Uil – occorre dare strutturalità agli incentivi pubblici di riqualificazione edilizia, messa in sicurezza, efficientamento e risparmio energetico, consapevoli dell’importante effetto moltiplicatore che ogni euro speso nella filiera delle costruzioni genera: in termini di occupazione, aumento dei consumi e del PIL, allargamento della base imponibile”. “In relazione agli specifici strumenti finanziari della cessione del credito e dello sconto in fattura occorre modificare il Decreto 11/2023 che, senza un confronto con le parti sociali e senza operare distinzioni e garantire periodi transitori, rischia di mettere in ginocchio non solo un comparto, ma un’intera politica, economica e ambientale, con danni ingenti all’occupazione e alla crescita”. “Per questo – continuano Panzarella, Pelle e Genovesi – condividiamo la richiesta di dare immediata risposta ai circa 15 miliardi di euro “incagliati” autorizzando il pagamento degli F24
da parte delle banche acquirenti. Banche, che del sistema degli incentivi hanno beneficiato e ora devono fare un ulteriore sforzo alzando l’asticella, per dare soluzioni alla liquidità delle
imprese. Bene la proposta di un ruolo attivo di Cassa Depositi e Prestiti e di Sace. L’altra soluzione potrebbe essere la cartolarizzazione del credito”.
“Tale risposta emergenziale però non basta – continuano Panzarella, Pelle e Genovesi – perché occorre soprattutto garantire anche per il futuro tali strumenti finanziari, limitandoli
esclusivamente però ai redditi più bassi (Isee fino a 30 mila euro), condomini popolari e incapienti (circa 7,8 milioni di italiani) che avrebbero, in caso contrario, evidenti difficoltà ad
anticipare il 100% delle somme o, se incapienti, a godere finanche delle detrazioni”. “In particolare per le due ultime fattispecie (fatti salvi i limiti di reddito sopra i 30 mila euro) si potrebbe prevedere, oltre al mantenimento della cessione del credito e sconto in fattura, anche la possibilità da parte di CDP e/o altri soggetti pubblici di anticipare la restante parte delle somme non coperte dai vari tipi di incentivi, su prezzi predeterminati di mercato (al fine di evitare possibili speculazioni; esempio i prezziari regionali), da recuperare poi attraverso i risparmi in bolletta. Così come occorre garantire risorse ed intervento diretto, anche straordinario, da parte del pubblico per la riqualificazione di tutto il patrimonio dell’Edilizia Residenziale Pubblica”
“Sono infatti i redditi più bassi (pensionati, precari, disoccupati, operai, famiglie numerose, ecc.) coloro che vivono nelle case e nei condomini più bisognosi di interventi di riqualificazione. E solo dentro uno scenario di modalità differenziate di erogazione dei vari incentivi, norme di conformità e misurazione del miglioramento energetico e sismico stabili per i prossimi 10 anni, si potrà garantire programmabilità e dare certezze a famiglie, imprese, lavoratori”.
“Su queste ed altre proposte come Sindacato che tutti i giorni sta in cantiere e conosce i problemi reali del settore, siamo pronti ad un confronto a tutto campo, per mettere in sicurezza il lavoro e
l’ambiente. Ad oggi prendiamo atto, purtroppo, che il Governo ha convocato esclusivamente le associazioni delle imprese e delle banche e non quelle dei lavoratori”.