La cassa integrazione straordinaria non va abolita, in questo momento così pericoloso per la sicurezza delle persone. Così come non va abolito l’articolo 18, sul quale la Cisl è “disponibile ad una ridefinizione per renderlo più efficiente, per arrivare ad esempio a cause molto più veloci”. Così si è espresso oggi Raffaele Bonanni al tavolo di trattativa al ministero del Lavoro. Aggiunge il numero uno di Via Po: “La Cisl vuole fare l’accordo, Spero che il Governo mantenga il senso di responsabilità che chiede a noi”. La Cisl insomma vuole sapere se il Governo vuole “una riforma o una controriforma”.
Riferimento all’intenzione manifesta di nuovo dal premier Monti di “fare la riforma entro marzo con o senza accordo con le parti sociali”. Un refrain, commenta Bonanni, “che può valere mediaticamente un giorno, ma il terzo giorno comincia a puzzare”. Quanto al tema al centro dell’incontro di oggi, gli ammortizzatori sociali, Bonanni ha sottolineato l’importanza di “sapere quanti soldi abbiamo e cosa vogliamo farne. Se non chiariamo questi due aspetti, le risorse disponibili e gli strumenti per trovare una nuova occupazione, tutto diventa più nebuloso. Dobbiamo dire bene agli italiani che non perderanno le tutele. Non possiamo ridurre le risorse per gli ammortizzatori anche dopo l’emergenza. Noi riteniamo che occorre garantire la ricollocazione dei lavoratori che perdono il posto. Questo è il vero buco nero”. Il nuovo sistema, per il leader della Cisl, “deve essere tutto proiettato a far ritrovare un lavoro anche con sistemi drastici, del tipo chi rifiuta il lavoro perde l’indennità”.
Secondo Bonanni “l’unico sistema ragionevole è quello assicurativo: ciascuno paga e prende in ragione di quello che ha dato. È l’unico sistema compatibile con la penuria di risorse. Pertanto, è bene chiarire questo aspetto”. La Cisl è dunque contraria all’ipotesi avanzata dal ministro Fornero di legare i contributi figurativi nella cassa integrazione e nell’indennità di disoccupazione alle indennità stesse e non alla retribuzione. “Queste ipotesi sono in contrasto forte con la discussione sulla tutela delle persone. L’indennità di disoccupazione nel suo apice è al 60% della retribuzione mentre la Cig, sempre al suo apice, è all’80% della retribuzione. Pensate a quale retrocessione ci sarebbe per i contributivi figurativi dei lavoratori”.
Bonanni torna anche a rilanciare la necessità che il Governo “si sbrighi a fare un patto complessivo su tutto con noi: sul fisco, sull’energia, sulla Pubblica amministrazione e su ogni altro fattore che riguarda lo sviluppo”.
(dal sito www.conquistedellavoro.it)