È il momento di lavorare insieme per creare lavoro. Alla vigilia del primo incontro con le parti sociali, Mario Monti si era rivolto a imprese e sindacati per spronarle ad acuire i loro sforzi per la crescita e l’occupazione. Perchè se il governo sta facendo la sua parte per migliorare la produttività del Paese, “ogni soggetto economico” deve dare il suo contributo.
Produttività, crescita e lavoro: dopo la fase del rigore il Governo punta a dare una scossa a un’economia che sembra entrata in un tunnel senza fine. E da oggi incontrerà la parti sociali, prima le imprese e poi l’11 settembre i sindacati, per illustrare le nuove misure per lo sviluppo che inizieranno a essere discusse nel pomeriggio in consiglio dei ministri.
La Cisl raccoglie l’invito di Mario Monti: “Siamo pronti al tutto campo, senza pregiudiziali. Ma occorre senso di responsabilità da parte di tutti”. Così Raffaele Bonanni, dopo il tavolo delle imprese con il governo (l’11 ci sarà l’incontro con i sindacati). “I sindacati e le imprese possono insieme rafforzare la competitività, azienda per azienda, utilizzando l’accordo interconfederale dello scorso giugno, per far funzionare in maniera intensiva gli impianti e alzare così i salari dei lavoratori”, aggiunge.
È “certamente positivo che il Governo abbia deciso di incontrare le imprese e nei prossimi giorni i sindacati. Le grandi scelte di politica economica si fanno solo con un confronto concertativo costante e ricercando il massimo della coesione sociale e della convergenza politica”, afferma il segretario generale della Cisl. “Questo è il momento della responsabilità. Anche la Cisl è convinta, come il presidente Monti, che le sorti del Paese sono oggi più che mai in mano ai governi centrali e locali, insieme alle grandi associazioni di imprese e lavoratori. Ciascuno deve fare la propria parte fino in fondo, come è accaduto in altre stagioni difficili e complicate della vita del nostro Paese. Ma questa volta – continua Bonanni – dobbiamo farlo mettendoci tutti qualcosa in più, per la straordinaria pericolosità della situazione economica, sia a livello internazionale, sia a livello nazionale”.
Il governo Monti, prosegue, “deve trovare le risorse per ridurre le tasse sul lavoro e sugli investimenti, ridando così fiato ai consumi e all’occupazione. Ma, nello stesso tempo, deve lavorare insieme gli enti locali sui fattori di contesto come gli alti costi dell’energia e le scarse infrastrutture, utilizzando tutte le risorse oggi disponibili, ed azzerando le inefficienze e le ruberie che gli italiani ben conoscono”. Secondo Bonanni, “i sindacati e le imprese possono mettersi alla testa di un movimento positivo, capace di fare proposte costruttive e infondere fiducia al Paese più che sterili recriminazioni, svolgendo così un ruolo di vera classe dirigente, fedele agli interessi del paese e senza fumisterie, come è accaduto appunto con successo negli anni più drammatici della storia italiana”.
Ma intanto il presidente di Confindustr, Giorgio Squinzi, alza il livello di guardia sulla crisi. “L’autunno non è caldo, è bollente, ci sono casi di crisi aziendali che non finiscono sui giornali”, ha detto il presidente di Confindustria, Giorgio Squinzi, intervenendo a “La Telefonata” di Maurizio Belpietro su Canale 5, aggiungendo che casi come il Sulcis dimostrano che “il problema è che latita una politica industriale chiara”. A Palazzo Chigi, il premier Mario Monti ha visto i presidenti di Confindustria, Rete Imprese Italia, Abi, Ania e Alleanza delle Cooperative. All’inizio di agosto banche e imprese hanno lanciato un messaggio forte, contenuto nel documento unitario sull’Europa, per mantenere la rotta della tenuta dei conti pubblici, sostenere l’euro e rilanciare la crescita. E proprio sulla crescita Monti ha sollecitato imprese e sindacati a fare la loro parte.
No, non c’è solo lo spread dei titoli di Stato. Nelle preoccupazioni di Mario Monti c’è anche il differenziale della competività, che vede l’Italia arrancare rispetto agli altri Paesi: “Bisogna abbattere anche quello spread. E bisogna fare in fretta, l’Europa ci guarda”. Il premier lancia un appello alle parti sociali al termine dell’incontro a Palazzo Chigi con le associazioni imprenditoriali. “Lo spread di produttività incide pesantemente sulla capacità competitiva aziendale”, spiega il Professore in una nota. La produttività delle imprese è «considerata di importanza cruciale dalle organizzazioni internazionali e dalla Commissione europea» per la riduzione degli squilibri interni di Eurolandia. Monti «sollecita» quindi le parti sociali a “impegnarsi su su un dialogo che porti a tempi brevi” su proposte condivise. Il premier, spiega la nota, “ha apprezzato” le considerazioni di Confindustria del documento illustrato dalle organizzazioni degli imprenditori e le proposte per rilanciare la crescita, di cui il governo “terrà conto nel finalizzare il cronoprogramma” per dare attuazione all’Agenda per la crescita.
Il progetto dell’esecutivo ha preso forma nel lungo Cdm del 24 agosto con un’agenda che da una parte punta a dare attuazione ai provvedimenti approvati nei mesi scorsi, dall’altra su un pacchetto di misure a cui ha lavorato il ministro dello Sviluppo economico, Corrado Passera, partendo dall’idea di un patto per la produttività: uno scambio tra più salario e maggiore flessibilità, con una possibile rimodulazione degli orari di lavoro, da realizzare attraverso un accordo con le parti e un utilizzo incentivato del secondo livello di contrattazione.
Almeno nelle dichiarazioni il responsabile del Welfare, Elsa Fornero, è andata anche oltre: realizzazione delle delega sulla cogestione secondo il modello tedesco, su cui ha dovuto incassare il secco no di viale dell’Astronomia, e taglio del cuneo fiscale per alleggerire la tassazione sulle buste paga. Sulla riforma del lavoro, invece, non sono previsti cambi di rotta così come auspicato, seppure con motivazioni diverse, da Confindustria e Cgil. Sulla legge sul lavoro sarà effettuato un monitoraggio per capire come la nuova normativa stia funzionando nel concreto.