BILATERALITA’, PATRIMONIO DELLA CULTURA SINDACALE

BILATERALITA’, PATRIMONIO DELLA CULTURA SINDACALE

 

Pesenti, Santini e Bonanni

Una bilateralità rinnovata e ancora più vicina ai lavoratori. Non ha dubbi la Cisl che proprio su questo tema ha deciso di aprire i lavori della quinta edizione della sua Festa. Uno strumento fondamentale e centrale per le politiche cisline come ha ribadito Raffaele Bonanni, perché ”attraverso la bilateralità tante persone costruiscono contrattualmente un modo per risolvere i problemi”. ”Diventiamo soggetti capaci di governare i processi in una realtà dove la partecipazione è stata rifiutata dai poteri forti e non solo – spiega il leader Cisl -. Illusi di poter fare da sé, ma questo non vero. Non è un caso  che la bilateralità nasce in settori più frammentati: cioè tra coloro che non avevano nessun modo per entrare in contatto con la cultura dominante”. Una realtà, osserva Bonanni, ”diventata molto importante, talvolta contrastata dalla Cgil, ma capace di crescere fino ad essere un elemento riconosciuto e definito in tutti i contratti nazionali”.
Una pietra miliare come ha sottolineato Giorgio Santini, segretario generale aggiunto Cisl, che ricorda come bisogna insistere per fare in modo che la bilateralità ”entri a far parte del patrimonio e della cultura comune e dei rapporti sindacali: deve diventare una strategia dell’intero sindacato”. Per Santini la bilateralità è, dunque, una evoluzione della contrattazione collettiva verso la partecipazione e lo sviluppo sul territorio di una sussidiarietà sociale organizzata. Nel cuore delle vicende sindacali della Cisl c’è la bilateralità e lo testimoniano proprio le sue categorie. Proprio questo il punto di partenza della ricerca sulla bilateralità, dal titolo “La bilateralità fra tradizione e rinnovamento” (pubblicato da Franco Angeli) presentato a Levico e promosso da Fai, Filca e Fisascat e realizzato dalla Fondazione Giulio Pastore. Molto più di un testo illustrato da Gustavo De Santis, segretario generale Fondazione Pastore, che ha ricordato come in questa ricerca ci sia parte viva dell’azione sindacale. La Fai ricorda come l’agricoltura sia tra le antesignane della sussidiarietà, proprio per la natura altamente polverizzata del suo settore. “I contrattualisti hanno iniziato con l’esperienza delle casse extra legem – riferisce Augusto Cianfoni, segretario generale della categoria – con gli assegni alle persone in difficoltà, fino ad arrivare alla costituzione dei fondi integrativi. L’ultimo nato è quello degli alimentaristi”.
La Filca parla di bilateralità come strumento di libertà e partecipazione di tutte le strutture sindacali territoriali. Un percorso che nasce da lontano e trova nella nascita della prima Cassa edile nel 1919 a Milano il suo punto d’inizio e l’avvio di quelli che saranno poi i moderni strumenti di gestione contrattuale. ”La bilateralità è una strategia – dice Domenico Pesenti, segretario generale Filca -. Oggi abbiamo ancora difficoltà con la Cgil e il suo antagonismo, ma la strategia riformista Cisl riesce a dare buoni frutti. Infatti proprio attraverso la bilateralità diamo un elemento di unione fuori dal sindacato a persone deboli. La bilateralità – aggiunge Pesenti – è la strategia vincente, grazie ad essa noi diamo forza a settori dispersi come l’edilizia. Si tratta di una strategia di partecipazione che rafforza la democrazia ed i centri di decisione, dà ruoli e responsabilità alle parti sociali. Noi – prosegue il leader della Filca – abbiamo 3 enti bilaterali ed il nostro è un sistema aperto a tutti i cambiamenti della società, è una sfida al caporalato. È un trampolino di lancio anche per l’Unione Europea”. Infine un cenno alle Casse edili anomale: “la bilateralità è una forza solo se gestita da chi ha un ruolo ed una ragione di essere nel mercato del lavoro. Dobbiamo garantire chi davvero è titolato”.
Anche per la Fisascat la bilateralità è un asse irrinunciabile della sua azione. ”Nei nostri settori  rappresentiamo più di sei milioni di addetti, ma ben l’85% si trova in aziende con meno 10 dipendenti – evidenzia Pierangelo Raineri, segretario generale Fisascat – dati che da soli spiegano il valore di questo strumento. Attraverso la bilateralità abbiamo anche qualificato e valorizzato il sistema contrattuale. Abbiamo affrontato un problema di legalità ed emersione del lavoro nero”. La bilateralità può allora essere paragonata ad un grande edificio che abbiamo a disposizione, ora bisogna riempirlo e arricchirlo: la Cisl c’è.
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