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Avellino, la sfida del sindacato al male dell’economia sommersa

Avellino, la sfida del sindacato al male dell’economia sommersa

Il responsabile degli Edili Cisl irpini traccia il quadro della situazione locale
NEL SETTORE edile è prioritaria un’azione incisiva contro l’economia sommersa che si traduce in lavoro nero, irregolare, infortuni e incidenti mortali. In Irpinia , ad aggravare la situazione si registra il fatto che il Contratto D’Area non è decollato, anzi ha subìto un brutto colpo d’arresto con l’esclusione dalla graduatoria dei finanziamenti, stilata dalla Regione Campania, di importanti aziende provinciali, con gravi ripercussioni sull’occupazione. I Distretti Industriali rappresentano solo delle buone intenzioni, delle quali soltanto pochissime concretizzatesi per diversi motivi, soprattutto di natura politica e burocratica. E un ruolo del tutto negativo ha avuto la Regione nelle vicende che interessano l’edilizia: si veda ad esempio i ritardi sull’appalto del II lotto della Città Ospedaliera, la strada Lioni-Grottaminarda, i lavori di bonifica e messa in sicurezza della frana di Quindici e Sarno e i tagli alla spesa per residenze popolari dell’Iacp. A queste opere incompiute vanno aggiunte quelle che attendono ancora una decisione finale da parte di Enti e Istituzioni. E’ il caso delle Caserme dei Vigili del Fuoco e della Guardia di Finanza di Avellino e la Galleria Pavoncelli. In questo contesto, si tenga conto del fatto che il settore edile ha registrato una crescita nazionale annua degli investimenti per il 2003 del 2.5% e una variazione percentuale di occupazione del 2.4%. Lo scorso anno, in provincia di Avellino, di circa 600 appalti pubblici oltre 30 sono risultati superiori ai 500 milioni di vecchie lire. Una forte crescita si è riscontrata nell’edilizia privata, incentivata da nuove tendenze di espansione urbana tanto della provincia che della città di Avellino. L’indotto occupazionale sebbene sia cresciuto, per una buona parte si è però sviluppato all’ombra della trasparenza e della regolarità. Una situazione che ci ha spinto ulteriormente, come sindacato, ad uno sforzo per arrivare nel corso dell’anno passato, al rinnovo dei contratti provinciali integrativi edili, con buoni risultati per i lavoratori sia sul versante economico che normativo. E sono tutt’ora aperte anche le trattative per la stipula dei contratti integrativi regionali con Confapi e Legacoop . In questo contesto, la Filca Cisl ha raccolto la sfida di credere nella bilateralità e l’aver convenuto di affidare agli Enti Paritetici compiti in materia di gestione del mercato del lavoro, di formazione professionale, di certificazione del rapporto di lavoro e di gestione di strumenti di integrazione a sostegno del reddito ha creato le basi concrete per dare vita nei prossimi mesi ad Avellino al Durc tra Inps, Inail e Cassa Edile. Grazie a questo lavoro, la nostra federazione da diversi anni ha visto una crescita strepitosa sia dal punto di vista politico che del tesseramento. I 4.071 lavoratori iscritti nel 2003 rappresentano la prova evidente di tale crescita. La Filca irpina, infatti, è la prima categoria in Cisl, la prima nel settore industria e la più rappresentativa all’interno della Cassa Edile, con il 60% di lavoratori iscritti, a fronte del 18% della Feneal e del 22% della Fillea.

Mario Melchionna, Segretario generale Filca Avellino

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