Di seguito una nota unitaria dei segretari generali di Filca-Cisl, Feneal-Uil e Fillea-Cgil di Avellino.
Analizzavamo giorni addietro che tra le tante opere bloccate (per circa 1000 milioni di euro), l’avvio della Galleria Pavoncelli Bis e la Lioni/Grottaminarda, primo tratto San Teodoro-Frigento- Grottaminarda (complessivamente per un importo di 200 milioni di euro), erano, a fronte della disoccupazione crescente che dal 2008 ha raggiunto il numero di oltre seimila disoccupati nel solo settore dell’edilizia in Irpinia, insufficienti a dare risposte all’esercito di disoccupati creati dalla crisi, appunto “una goccia nel deserto”.
Dopo l’emendamento al mille proroghe del Movimento 5 Stelle e della Lega Nord che ha abolito i commissari, creando un vuoto di committenza che genera un blocco di fatto del prosieguo di queste grandi opere, se il governo non porrà rimedio, anche questo piccolo respiro verrà meno e quei pochi disoccupati che potevano trovare un posto di lavoro, perderanno anche questa speranza.
Eppure, ci domandiamo come sindacato, come si vuole fare sviluppo se si bloccano, per varie responsabilità e da tanti anni, opere infrastrutturali e strategiche per il territorio e che hanno trovato la condivisione di tutte le forze sociali, imprenditoriali ed istituzionali nel più complessivo Patto per lo Sviluppo dell’Irpinia, (tranne in questi ultimi tempi un rallentamento di impegno da parte di queste ultime), e se poi la deputazione locale presente cospicuamente in Parlamento, non spende una parola sottacendo il grande danno che si arreca al territorio e al sud.
Se come viene denunciato, in particolare per quanto attiene la Pavoncelli Bis, che oltre al danno economico per impegni già assunti di decine e decine di milioni di euro, e che il perdurare del blocco potrebbe dirottare le risorse verso l’Expo della Lombardia (Milano), allora si capisce più chiaramente che il “trofeo tanto decantato” dell’abolizione dei commissari con il famoso emendamento 5 Stelle e Lega nord, non ha niente a che vedere né con l’abolizione dei mastodontici stipendi dei commissari (tra l’altro inesistenti) e né con la tutela dell’ambiente, (dove tra l’altro ribadiamo come sindacato che su problemi veri, ne abbiamo fatto da sempre una bandiera dentro e fuori i luoghi di lavoro).
Ci appelliamo alle forze politiche del territorio, alla deputazione locale, se hanno ancora a cuore il destino di questo territorio, affinché facciano sentire la propria voce, nei loro partiti, nei confronti del Governo, per recuperare il grave danno causato.
Vogliamo infine ribadire che l’edilizia, in generale (creando infrastrutture e tante altre piccole opere) è il motore dello sviluppo di una nazione ed i fondi, per quanto ci riguarda, sono legati strettamente alla realizzazione delle opere che creano a loro volta posti di lavoro di cui si ha tanto bisogno.
Nella prossima settimana vi sarà un incontro con l’azienda e successivamente un’assemblea con i 25 lavoratori impegnati nell’opera per fare il punto della situazione e organizzare il da farsi.