Una vasta operazione di controllo, che si affianca alle normali e quotidiane azioni di sorveglianza degli organi ispettivi, ha interessato nei giorni scorsi il cantiere per i lavori dell’ampliamento della terza corsia della A14, nel tratto tra Fano e Cattolica. Nel corso dei controlli sono state riscontrate numerose irregolarità: lavoratori non in regola, ditte non iscritte regolarmente alla Cassa edile, applicazione di contratti non idonei allo svolgimento del lavoro, noleggi di mezzi abbastanza sospetti. “Sono i classici problemi – afferma la Filca-Cisl di Pesaro in una nota – presenti nei cantieri di grandi dimensioni dove l’appalto è totalmente sub appaltato. Dopo vari solleciti, incontri con gli organi ispettivi, e grazie anche alla costante presenza della Filca, si è ottenuto quindi un massiccio controllo in questi cantieri. L’auspicio è di continuare non solo in questa opera di sorveglianza e viglianza ma di impegnare la società Autostrade in un maggior impegno per il rispetto delle norme e dei contratti”.
– Di seguito la nota della Prefettura-Ufficio Territoriale del Governo di Pesaro-Urbino.
Una grande operazione di controllo interforze si è s volta lungo tutta la giornata di ieri 21 giugno 2011 presso il cantiere dei lavori di costruzione della 3^ corsia dell’autostrada A 14 dal km 151,300 al km 154,030, (in corrispondenza della galleria del Boncio). L’operazione è stata fortemente voluta dal Prefetto Visconti, sensibile ad istanze provenienti sia dalle organizzazioni sindacali sia dalle associazioni di categoria del settore edile, che avevano evidenziato l’esigenza di verifiche in tale ambito.
Il Prefetto ha applicato la nuova normativa che ha ampliato i poteri dei Prefetti di disporre l’accesso dei gruppi interforze ai cantieri di grandi opere pubbliche, per monitorare l’effettivo assetto delle ditte operanti presso i cantieri per i lavori lungo l’autostrada A/14 sia nell’ottica della prevenzione e controllo del rischio di infiltrazioni mafiose negli appalti, sia della verifica del rispetto delle condizioni di sicurezza sul lavoro, dell’osservanza dei contratti di lavoro e delle norme previdenziali e assicurative.
Quello dell’accesso ai cantieri di grandi opere pubbliche è uno degli strumenti più efficaci per prevenire e contrastare infiltrazioni mafiose nel tessuto economico di un territorio e mira a tutelare non solo gli enti pubblici appaltanti ma le stesse imprese che vincono legittimamente gli appalti, nella maggior parte dei casi ignare della possibilità che altre imprese, alle quali fanno eseguire parti più o meno importanti delle opere sulla base di contratti subordinati, siano collegate a vario titolo col modo criminale.
Questi in sintesi gli obiettivi di una vasta ed articolata operazione, la prima del genere sul nostro territorio, organizzata dalla Prefettura nell’ambito del Gruppo interforze per il monitoraggio delle opere pubbliche istituito presso di essa, ed attuata sulla base di informazioni preventivamente raccolte dalle Forze di polizia. Il servizio ha visto la partecipazione di una vera e propria forza “d’elite”, coordinata sotto il profilo tecnico-operativo dal Questore, composta dagli specialisti della Direzione Investigativa Antimafia, da personale della Polizia di Stato, da militari dei Carabinieri e della Guardia di Finanza, del Corpo Forestale, della Polizia Stradale, della Direzione Provinciale del Lavoro e del Provveditorato interregionale alle opere pubbliche.
Oltre 50 gli operatori di polizia e i funzionari degli altri uffici interessati, che hanno passato al setaccio diversi lotti del cantiere sopra indicato, lungo la dorsale dell’A/14. 18 gli automezzi impiegati nell’ispezione, oltre ad due elicotteri della Polizia di Stato e dell’Arma dei Carabinieri che hanno assicurato dall’alto una cornice di assoluta sicurezza e prevenzione. I controlli hanno permesso di identificare 90 lavoratori, alcuni dei quali sono stati sentiti dagli ispettori del lavoro. Sono acquisiti i contratti di lavoro e la documentazione relativa ai lavoratori per un approfondito esame da parte della Direzione provinciale del Lavoro. Al momento dell’accesso sono emerse alcune irregolarità amministrative legate in particolare alla disciplina dell’orario di lavoro. Identificati anche 83 mezzi presenti nei cantieri.
Sono stati inoltre acquisiti i contratti di subappalto, subfornitura e simili con l’affidataria Pentapoli, relativi a 18 ditte presenti sul cantiere. Un “pool” di esperti delle Forze di polizia analizzerà i dati raccolti, riscontrandoli successivamente con i libri contabili delle ditte appaltatrici e le varie banche dati. Il fine è quello di verificare che ditte riconducibili in qualche modo alla criminalità organizzata di tipo mafioso, celandosi dietro società non sospette, non stiano svolgendo in effetti lavori nell’ambito della costruzione della terza corsia dell’autostrada, mediante subappalti non autorizzati, noleggi “a freddo” di macchinari ed utilizzo di manodopera, in genere proveniente da regioni “a rischio”, solo fittiziamente alle dipendenze di imprese serie ma realmente pagati da ditte collegate ad organizzazioni criminali. Quello di effettuare lavori nell’ambito delle opere pubbliche rappresenta infatti da sempre uno degli strumenti più utilizzati dalle mafie per ripulire i notevoli proventi che derivano dalle loro attività delittuose.
In sostanza una operazione, che potrà essere ripetuta con analoghe modalità operative, mirata a rafforzare la conoscenza di tutto ciò che si muove sul territorio e a rendere sempre più strette le maglie della prevenzione e del contrasto per evitare che gravi fenomeni di illegalità o connessioni col crimine organizzato, trovino, attraverso i lavori di importanti opere pubbliche, un canale di accesso ad un tessuto socio-economico dimostratosi finora refrattario a forme di infiltrazione di interessi criminali.