Si allarga ad ottobre, su base annua, la forbice tra l’aumento delle retribuzioni orarie (+1,7%) e il livello d’inflazione (+3,4%), toccando una differenza pari a 1,7 punti percentuali. Il precedente record era a 1,3 punti. Si tratta del divario più alto almeno dal 1997. È quanto risulta dal confronto dei dati Istat. Su settembre, le retribuzioni contrattuali orarie a ottobre restano ferme. La crescita tendenziale risulta così pari alla metà di quella dell’inflazione.
Dal 2008 si sono persi 300 mila posti per crack aziendali. A settembre l’occupazione nelle grandi imprese rimane ferma rispetto ad agosto, sia al lordo che al netto dei dipendenti in cassa integrazione (dati destagionalizzati). Lo rileva l’Istat, aggiungendo che nel confronto annuo l’occupazione scende dello 0,6% al lordo della cassa e dello 0,4% al netto. Nelle grandi imprese a settembre la retribuzione lorda per ora lavorata (al netto della stagionalità) diminuisce rispetto ad agosto dell’1,2%, mentre su base annua cala del 2,1%. Lo rileva l’Istat.
Forte è la differenza tra le grandi imprese dell’industria, dove si registrano aumenti (+3,1% sul mese, +3% sull’anno), e quelle dei servizi, che invece determinano il ribasso (-3,5% congiunturale e -4,7% tendenziale).