Roma
Impregilo e Astaldi non riescono a terminare i lavori
C’è clima di terrore nei cantieri della autostrada A3 Salerno-Reggio Calabria. Continuano infatti gli atti intimidatori nei confronti di lavoratori e imprese impegnati nel rifacimento dei tratti autostradali fermi da circa 30 anni. Solo venti giorni fa la grande mobilitazione-denuncia per la sicurezza e lo sviluppo della Calabria ha messo insieme a Catanzaro imprenditori, sindacati e istituzioni che non vogliono piegarsi alla criminalità organizzata. Ma questa fittissima rete criminale e violenta che lavora nell’ombra mette al tappeto imprese come Impregilo e Astaldi che non riescono a portare a termine i lavori a causa dei numerosi attentati e dei ripetuti atti intimidatori che ricevono.
Imprese e lavoratori a tutti i livelli sono diventati il bersaglio di una mala che vuole accaparrarsi una consistente fettina di torta: 1 miliardo di euro è l’importo dei lavori ancora in corso su una cinquantina di chilometri del tratto calabrese della A3. L’ultimo atto l’aggressione effettuata nei confronti di cinque operai della ditta Cossi impiegati nel rifacimento del quinto maxi lotto della Salerno-Reggio Calabria, in prossimità di Gioia Tauro. I banditi dopo insistenti minacce hanno sferrato un colpo con il calcio del fucile sulla testa di uno degli operai procurandogli una ferita medicata poi in ospedale ed hanno gettato in un dirupo la jeep aziendale sulla quale viaggiavano.
Ma questo è solo uno dei tanti fatti accaduti. Qualche giorno fa, infatti, un escavatore della ditta Bruzzese è stato dato alle fiamme ed un altro ancora sulla tratta che interessa la zona di Rosarno.
Ma dove sono le istituzioni? Si chiedono i sindacalisti della Filca Cisl di Gioia Tauro, Nino Botta e Paolo Morganti. Ma soprattutto dov’è lo Stato? “Tempo fa – dicono i sindacalisti – suggerimmo di mandare l’esercito nei punti cruciali delle lavorazioni sulla A3. Ma questo non è stato preso in considerazione. Ed ora la situazione è sempre più drammatica e si prospetta da qui a breve il blocco delle lavorazioni sull’autostrada e il conseguente abbandono dei cantieri da parte delle ditte affidatarie, che ormai riversano in uno stato di paura più profonda”. E’ tempo di agire ora – dicono ancora i sindacalisti della Filca – perchè un’intero popolo ha voglia di vivere e non di continuare a subire”.
Sara Martano