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AREZZO, LA CRISI IN EDILIZIA STA TOCCANDO IL FONDO

AREZZO, LA CRISI IN EDILIZIA STA TOCCANDO IL FONDO

Di seguito una nota di Gilberto Pittarello, segretario generale della Filca-Cisl di Arezzo.

E’ un “cul de sac“! Sembra una frase volgare, ma è soltanto un francesismo, che sta a significare una strada senza uscita, un vicolo cieco, una metafora che bene calza sull’economia del nostro territorio. Imprese che non pagano i dipendenti, committenti che non pagano le imprese, la mancanza di credito da parte delle banche e le amministrazioni pubbliche che pagano con tempi biblici in nome del patto di stabilità. Nel mezzo, il grido di un’economia in forte recessione, senza certezze, con il divario sempre più forte tra chi è costretto a mantenere la famiglia con circa 750 euro mensili della cassa integrazione e chi, nonostante la crisi, ancora si può permettere una vita agiata, come vivesse nel paese del bengodi.

Lo scenario ci riporta a tempi lontani, in cui la società era composta da pochi ricchi e molti poveri, erano i tempi della rivoluzione francese, ma quella è un’altra storia. Oggi la nostra economia sta soffrendo in molti settori. Particolarmente gravoso, rimane quello delle costruzioni, da sempre considerato il volano per eccellenza di un’economia territoriale. I dati della Cassa Edile di Arezzo, riferiti al periodo gennaio 2010 – gennaio 2011, sono quanto di peggio si possa immaginare ed evidenziano di fatto una emorragia del settore edile che sembra inarrestabile. Le imprese in un anno sono passate da un numero di 441 a 380, con una media mensile in calo del 9,58%. Non vanno meglio le ore lavorate che da 222 mila di gennaio 2010, ad oggi sono diventate 187 mila.

Il trend negativo continua, con il dato riferito agli operai presenti, che da  un numero di 2004 dello scorso anno, oggi risultano essere 1707, evidenziando il valore più basso in assoluto con una media mensile dell’ 11,53%. Se pensiamo, che nell’anno 2006, gli operai iscritti alla Cassa Edile erano circa 3500, tutti possiamo immaginare quale sia la portata della recessione. Una crisi che di fatto ha un calo complessivo che si sta rapidamente avvicinando al 50%. “ La crisi non è finita! Anzi, stiamo inesorabilmente toccando il fondo! Serve con urgenza un’inversione di tendenza. Servono investimenti pubblici su infrastrutture, delle quali anche il nostro territorio ha estremo bisogno. Serve con coraggio il superamento del patto di stabilità usando una parte delle cospicue risorse disponibili per sostenere l’economia, così come hanno fatto in altre realtà. Serve un nuovo programma di sviluppo che possa dare certezze a migliaia di famiglie, oggi all’estremo. Invito chiunque a guardare lo sguardo di ha perso il lavoro!

E’ uno sguardo spento, perduto nel vuoto, rassegnato, insicuro, lo sguardo di chi non sa più come fare per pagare l’affitto di casa o il mutuo, di chi non ha più soldi per pagare le bollette, i libri dei figli per la scuola, di chi sta lentamente perdendo anche la propria dignità “. Questo il grido della Cisl, più volte ribadito, ed oggi quanto mai urgente. “ Non possiamo perdere altro tempo, chi ha il potere di decidere, si fermi! Rifletta e metta in campo soluzioni possibili che riportino, sia il territorio che il paese, ad un’equa giustizia sociale! “. Ma non è finita qui. Sebbene la crisi continui inesorabile, assistiamo a fenomeni quanto mai inconsueti. C’è chi nella crisi ne approfitta e ci guadagna : sono le imprese irregolari! Aumenta il lavoro nero, aumentano le presenze di imprese legate alla criminalità organizzata che si sta radicando inesorabilmente, aumentano gli infortuni e la mancata sicurezza, aumenta tutto quello che per anni abbiamo combattuto. E’ un “cul de sac“, sempre la solita storia.

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