Il 4 settembre 2003 è stata approvata a Roma dai sindacati degli edili Fillea Cgil – Filca Cisl – Feneal Uil la piattaforma per il rinnovo del Contratto Nazionale degli Edili. L’ipotesi di piattaforma sarà ora sottoposta alla discussione con i lavoratori e con il quadro dirigente delle Federazioni. Il contratto, che scade il 31 dicembre 2003 (sia parte economica che normativa), interessa complessivamente in Italia 1,2 milioni di addetti , circa 300.000 imprese tra industriali, cooperative ed artigiane, per un fatturato annuo di circa 112.411 milioni di Euro. Il settore dell’edilizia sta vivendo dal 1999 un ciclo di forte crescita, sia nel settore delle OO.PP. che in quello privato, eppure nell’attuale contesto positivo sono da condividere le preoccupazioni che le parti sociali hanno rappresentato a più riprese, per scongiurare gli scenari che si potrebbero verificare se non si procedesse a coniugare l’impegno del Governo a rilanciare le OO.PP. con una coerente ed effettiva disponibilità di risorse nel Bilancio dello Stato. Un contratto per un settore in cui la media di addetti per impresa è di quattro lavoratori e la presenza di lavoro irregolare molto diffusa. Fillea, Filca e Feneal hanno scelto di porre al centro della Piattaforma la lotta al lavoro nero e alla precarizzazione, avanzando proposte nel campo del mercato del lavoro e della formazione professionale. Le proposte puntano ad incentivare politiche di Sistema ed introdurre nel processo produttivo elementi di qualità, sostenendo l’efficacia del sistema bilaterale del settore. Con questa Piattaforma si vuole lanciare una sfida alle Associazioni Imprenditoriali per trovare soluzioni che consentano di dare maggiore strutturalità al Sistema delle imprese attraverso regole trasparenti. Altro obiettivo è quello di migliore le condizioni di lavoro ed un migliore riconoscimento salariale in base alle professionalità dei lavoratori, tenendo presente che la Piattaforma pone come punto prioritario la rivisitazione del sistema degli inquadramenti. Una parte dell’accordo riguarda l’adeguamento della parte normativa conformandola agli obiettivi più generali dello sviluppo produttivo del settore. Per quanto riguarda l’aspetto salariale, tenendo anche conto dell’articolazione contrattuale su due livelli, quello nazionale e territoriale, la richiesta di aumento è di 90 Euro mensili.