“Non si arresta la scia di sangue nei cantieri italiani: oggi piangiamo due vittime a Rimini e a Pomezia, in provincia di Roma, morti in circostanze simili, investiti da un mezzo di lavoro. Non finiremo mai di ripetere che è dovere di tutti i soggetti interessati porre in essere le condizioni per la massima sicurezza nei luoghi di lavoro, soprattutto nei cantieri, notoriamente molto rischiosi. Bisogna porre fine a questa strage, indegna di un paese civile”. Lo ha dichiarato il segretario generale della Filca-Cisl, Franco Turri. “Secondo i dati dell’Osservatorio indipendente di Bologna i caduti sul lavoro dall’inizio dell’anno sarebbero 360. L’edilizia resta il settore più a rischio, con il 25% circa del totale degli incidenti. Eppure basterebbero pochi interventi per ridurre in modo drastico gli infortuni nei cantieri: bisogna ovviamente intensificare i controlli, rafforzando anche il ruolo della bilateralità e la rappresentanza dei lavoratori. Poi bisognerebbe introdurre strumenti come la Patente a punti e il Durc per congruità, per allontanare le imprese che non rispettano le regole e per garantire la legalità e la regolarità nei cantieri. Con poche azioni potremmo davvero fermare questa scia di sangue nei cantieri, un fenomeno che purtroppo sta avendo una pericolosa impennata negli ultimi mesi”, ha concluso Turri.