Li hanno chiamati “Stati Generali dell’Edilizia”. E in effetti vedere insieme per la prima volta Imprese, Ordini delle Professioni tecniche e Sindacati non capita tutti i giorni. Ma la crisi soffia forte e miete vittime in tutti gli ambiti. Per questo si è deciso di fare fronte comune e convocare lunedì 19 marzo ad Ancona, ore 9.00, una manifestazione regionale davanti alla Regione Marche. Le ragioni della protesta sono state illustrate nel corso di una conferenza stampa tenutasi presso la Sala conferenze della Casa Edile di Ancona.
“Siamo in una fase in cui tutti si devono assumere le loro responsabilità e fare il loro dovere”. E’ stato Massimo Ubaldi Presidente dell’Ance, ad aprire gli interventi offrendo un quadro a tinte fosche. “Le Marche, rispetto alla altre regioni, per quanto riguarda il nostro comparto, stanno subendo conseguenze pesantissime. Valga per tutti cosa ciò che accade nelle province di Ancona e Ascoli dove non si contato le imprese che chiudono i battenti”. E tocca a Gino Sabatini, della CNA Marche, a nome degli artigiani, presentare il cahier de doleance. Sono 434 le imprese che negli ultimi due anni hanno chiuso, di queste 270 sono artigiane. Nel primo trimestre del 2011 si era registrato un aumento della cassa integrazione del 43% rispetto all’anno prima. Ad oggi le cifre indicano un calo del 18,5%, ma non per una ripresa economica, quanto mai lontana, ma perché ormai sono tante le aziende che hanno chiuso. Si registra il 30% in meno di commesse e appalti pubblici. Ad essere chiamato in causa è il sistema creditizio. “Le banche devono capire che non siamo da “black list”, serve risorse per far ripartire l’economia”. Altra nota dolente la deregulation della gare al ribasso, un gioco al massacro. “La media è del 36% ma si è verificato un caso record del 64%!”.
Anche tra i professionisti il disagio è diffuso. “Noi non abbiamo ammortizzatori sociali – ha sottolineato Pasquale Ubaldi, Presidente della Federazione degli Ordini degli Ingegneri delle Marche, che ha parlato anche per i colleghi architetti, geologi e geometri. “Fare fronte comune è importante perché pure nel nostro ambito, soprattutto per quanto riguarda i giovani professionisti, le conseguenze della difficile congiuntura economica si fanno sentire”. Per Pasquale Ubaldi bisogna semplificare le norme perché una eccessiva burocrazia è una palla al piede, così come è essenziale puntare su politiche di riqualificazione urbana che potrebbero fare da volano per tutto il settore, dal recupero degli edifici, agli interventi per la messa in sicurezza antisismica, fino alla bioedilizia. Così come il Piano Casa avrebbe bisogno di modifiche sostanziose.
Dunque servono scelte forti perché, ha denunciato Luciano Fioretti della Feneal Uil, intervenuto anche per la Filca Cisl e la Fillea Cgil, “non circola più denaro, le aziende non riescono più a riscuotere dagli appalti e le conseguenze sono cassa integrazione (siamo al 30/35%) e licenziamenti”. Nell’edilizia negli ultimi anni ai sono persi seimila posti di lavoro e almeno mille imprese stanno chiudendo o hanno chiuso.
L’appello conclusivo è rivolto alla Regione e al Governatore Spacca perché si facciano carico delle istanze nei confronti dell’Esecutivo Nazionale. L’appuntamento è per lunedì prossimo: “Salvare le costruzioni per salvare l’economia”. Insomma imprese, lavoratori e professionisti hanno parlato senza peli sulla lingua. Ora si aspettano risposte altrettanto chiare.
Sulla drammatica situazione nella regione è intervenuto anche il segretario generale della Filca-Cisl Marche, Massimo Giacchetti: “6000 posti lavoro persi e 1000 imprese in meno nel settore delle costruzioni dall’inizio della crisi ad oggi. Si tratta della più grave crisi del settore. L’edilizia marchigiana sta scomparendo, stretta tra il blocco dei pagamenti delle pubbliche amministrazioni e l’impossibilità di accesso al credito da parte delle banche. Una crisi silenziosa – ha aggiunto Giacchetti – che riguarda un settore che negli anni scorsi ha rappresentato tra il 15% e il 20% del PIL Marchigiano. Se muore l’edilizia muore l’intero tessuto economico e produttivo delle Marche”.
“Per questo motivo – ha spiegato – il 19 marzo le organizzazioni sindacali manifesteranno insieme alle associazioni datoriali chiedendo alle istituzioni regionali interventi urgenti per far ripartire i cantieri. Revisione del piano casa. Maggiore impulso alla riqualificazione urbana, tutela del lavoro, superamento del meccanismo del massimo ribasso negli appalti pubblici e monitoraggio delle offerte anomale sono alcune delle proposte che il mondo delle costruzioni – lavoratori imprese e professionisti – avanza alla Regione Marche nel disperato tentativi di risollevare il settore”: