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Alto Adige, servono norme più efficaci per contrastare il lavoro nero in edilizia

Alto Adige, servono norme più efficaci per contrastare il lavoro nero in edilizia

Bolzano. La denuncia della Filca che chiede un tavolo di concertazione
“CONSIDERO sbagliato considerare il sommerso come un fenomeno strettamente legato al settore privato dell’edilizia. E’ grave dover riscontrare, infatti, casi di lavoro nero anche nei cantieri pubblici della provincia di Bolzano “. La denuncia è del segretario generale della Filca di Bolzano, Michele Buonerba , che in una conferenza stampa ha sollevato la questione del sommerso in una Provincia caratterizzata da una consistente attività edilizia, “dove però non si ritrova una capacità adeguata per effettuare controlli rispetto alla mole di attività messa in campo”. Che si traduce, sotto il profilo occupazionale, nella presenza di 18 mila lavoratori edili e 2.500 impiegati, regolarmente registrati presso la locale Cassa Edile. “In questi giorni – spiega Buonerba, che rappresenta 4.281 iscritti Filca in Provincia di Bolzano – abbiamo dovuto prendere atto, per l’ennesima volta, che i controlli previsti dalla legge provinciale in materia di appalti pubblici, che ha recepito la legge 55/90, non vengono svolti. Questa norma, in vigore in Alto Adige dal 1998, prevede che l’appaltatore di opere pubbliche è tenuto ad osservare integralmente il trattamento economico e normativo stabilito dai contratti collettivi nazionale e territoriale. Inoltre – aggiunge il sindacalista degli edili Cisl – è responsabile in solido dell’osservanza degli stessi anche per conto dei subappaltatori. Il pagamento delle somme dovute dall’Amministrazione all’appaltatore è vincolato al rilascio della dichiarazione liberatoria da parte dell’Inps dell’Inail e della Cassa Edile. Evidentemente se accadono ancora casi di lavoro nero totale significa che il sistema delle verifiche va migliorato”. Ma su questo aspetto della partita pare manchi l’appoggio decisivo dell’assessore provinciale ai Lavori Pubblici, Florian Mussner, sollecitato da oltre un anno dal sindacato: “Chiediamo infatti l’introduzione nella legge provinciale di un nuovo e più efficiente sistema di controlli incrociati, il Durc (Documento Unico di Regolarità Contributiva) – precisa ancora Buonerba -. In alcuni incontri, svoltisi all’inizio del 2003 ci è stato sempre risposto in modo evasivo, manifestando un interesse generico ed una non contrarietà. Il dato di fatto è che a distanza di un anno nulla è stato ancora fatto e i casi di evasione fiscale, contributiva e mutualistica si ripetono continuamente”. La Filca di Bolzano sottolinea inoltre che quasi sempre i lavoratori oggetto di queste odiose pratiche vengono utilizzati da aziende non altoatesine, “anche se queste ultime non sono esenti totalmente da responsabilità. Riteniamo che l’implementazione di politiche virtuose in questo campo permetterebbe anche di tutelare meglio chi, in Alto Adige, ha sempre svolto il mestiere di imprenditore nel rispetto delle regole”. Con la conferenza stampa, il sindacato degli edili Cisl richiede nuovamente all’assessore competente di farsi promotore di un tavolo di concertazione con tutte le parti sociali al fine di introdurre nell’ordinamento provinciale una norma che dia più garanzie ai lavoratori.

Francesco Tobia

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