“Apprendiamo dagli organi di stampa che si sarebbe finalmente sbloccata l’annosa questione dello smaltimento delle terre di scavo per la realizzazione dell’alta velocità del nodo di Firenze. Prendiamo atto di questa buona notizia, ma chiediamo a tutti i soggetti coinvolti di non perdere altro tempo per realizzare questa opera di fondamentale importanza per il territorio, anche perché 10 anni di attesa ci sembrano un lasso di tempo più che sufficiente”. Lo hanno dichiarato Simona Riccio e Stefano Boni, segretari generali della Filca-Cisl e della Fit-Cisl Toscana, i sindacati delle costruzioni e dei trasporti. “Bisogna fare in fretta – ha sottolineato Riccio – perché ai nostri lavoratori è stato chiesto un sacrificio pesante, insostenibile. Nel cantiere Nodavia, per esempio, ci sono 50 lavoratori tra operai e impiegati, ma si lavora in giornata perché in attesa del via libera al cosiddetto Put, il piano per l’utilizzo delle terre di scavo”.
“Stesso problema nel cantiere Ergon di Campo di Marte: dopo gli sviluppi delle indagini è stata rimontata la fresa a tempo di record, ma in attesa del via libera ci sono soltanto pochissimi lavoratori addetti alla guardiania e alla manutenzione, con costi elevatissimi per il noleggio dei mezzi. In questo cantiere, iniziato da quasi 10 anni, si va avanti tra improvvise accelerazioni di fasi di lavoro, con l’impiego di 200 addetti, e fasi di blocco improvviso, con ricorso agli ammortizzatori sociali. Una situazione inaccettabile”, ha concluso Riccio. “Le Ferrovie – ha aggiunto Boni – prevedono che per finire tutti i lavori siano necessari altri tre anni. Dopo 10 anni di stallo è arrivato davvero il momento assumersi le responsabilità e di rimboccarsi le maniche, dotando così Firenze e tutta la regione di un’opera strategica e attesa da cittadini e turisti. Bisogna scongiurare il rischio di passare altri 10 anni tra lungaggini burocratiche e stop improvvisi ai lavori, il potenziamento delle nostre infrastrutture non potrà che avere effetti benefici sia sull’AV ma sopratutto sul trasporto regionale su ferro liberando binari di superficie e rendendo la stazione di Firenze SMN accessibile ad un maggior numero di treni locali nonchè su tutta l’economia regionale”, ha concluso Boni.
Pertanto, proprio per motivi di cui sopra, Riccio e Boni rilanciano la necessità di creare “un apposito ufficio pubblico” snello per monitorare il progetto TAV e prevenire eventuali ulteriori imprevisti, risolvendo subito le eventuali criticità. Gli Enti pubblici preposti, assumano insieme questa decisione, segnando una volontà anche fattiva di superare i problemi e realizzare quest’opera importantissima anche per la viabilità della città di Firenze.