Alta pressione del sindacato per una cultura della sicurezza

Alta pressione del sindacato per una cultura della sicurezza

Genova
Coomemoraz
E’ passato un anno dall’8 novembre 2003, quando crollò un’ala in costruzione del Museo del Mare, a Palazzo Galata, nel Porto Antico di Genova. Un disastro che causò la morte di Albert Kolgjegja, operaio albanese rimasto sotto le macerie come altri suoi quattro compagni di lavoro, che però si salvarono, restando soltanto feriti. Una lezione tragica che non pare tuttavia servita a molto, dice Salvatore Sorace, segretario generale ligure della Filca Cisl. Sottolineando come, anche dopo quei fatti che provocarono grande emozione, manchi la cultura della sicurezza. “Problema solito e ritenuto irrisorio in maniera errata – ha detto Sorace, partecipando alla cerimonia di commemorazione sul luogo del disastro – dagli imprenditori ed in parte anche dai lavoratori. Che però sono l’ultimo anello debole della catena e quindi costretti spesso a subire questa incultura. Certo, può anche essere vero che talvolta non rispettino le norme; non indossano scarpe adatte o elmetto. Ma la vera causa della mancanza di sicurezza sono questi continui subappalti; un’esternalizzazione del lavoro esasperata, dove ad ogni passaggio si deve guadagnare. Alla fine diventa un rapporto di lavoro fatto di fretta; un cottimo penalizzante”. “Occorre però anche fare formazione – insiste il leader degli edili liguri aderenti alla Cisl – al contrario di quanto avviene oggi; quando non si fa come converrebbe. Si devono effettuare le otto ore previste dal contratto prima di iniziare a lavorare e poi è necessario proseguire con aggiornamenti”. “Questo però spesso non avviene”, accusa il sindacalista. “E comunque non ci sono penalità adeguate agli inosservanti delle regole”, insiste Sorace, affermando che tutti i lavoratori hanno pari dignità; siano essi italiani oppure che vengano dall’estero. Albanesi come di qualunque altra nazione. “C’è poi addirittura chi non si iscrive al Durc – denuncia Salvatore Sorace – specie per i lavori privati; ci sono degli ultraottantenni che dichiarano di costruirsi da soli addirittura un box. Ma come è possibile? Si tratta soltanto di sistemi per eludere l’iscrizione e quindi il pagamento dei contributi e l’osservanza delle norme da parte delle ditte private cui vengono assegnati i lavori”. Alla cerimonia di commemorazione hanno presenziato anche Hasan Muscostepa, console generale albanese, l’assessore comunale alle Politiche del Lavoro Claudio Montaldo, ed il presidente dei costruttori edili genovesi Marcello Marzini. Che ha assunto di recente nella sua azienda, una delle maggiori all’ombra della Lanterna, proprio uno dei muratori rimasti feriti in quel terribile evento. Prosegue intanto l’inchiesta giudiziaria sul crollo, che sarebbe stato provocato, secondo i periti del Tribunale di Genova, forse da errore di calcolo.

Dino Frambati

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