Allargamento della Tiburtina (tratto da Setteville a Ponte Mammolo): cantiere fermo. Una cinquantina di lavoratori della Tiburtina Scarl, ditta esecutrice dei lavori per conto del Consorzio Uniter, controllato dalla società Tecnis, attende da mesi il pagamento degli stipendi. Al centro della vertenza, la designazione di un commissario per la gestione ordinaria dei lavori affidati alla Tecnis, società che ha provveduto alla ristrutturazione del debito per mezzo della legge Prodi bis, ed alla quale è stata di recente ritirata la certificazione antimafia a seguito degli arresti disposti dagli inquirenti per lo scandalo degli appalti Anas.
La nomina del commissario tarda però ad arrivare, ed i recenti scandali contribuiscono a rendere ancora più incerto e nebuloso il destino occupazionale degli operai impegnati nei lavori di ampliamento del tratto stradale e la tempistica di pagamento delle loro retribuzioni. Esasperati dalla lunga attesa e dalla mancanza di risposte, esacerbata dall’attuale vuoto politico capitolino, operai e sindacati di categoria hanno proclamato lo stato di agitazione. Al momento i lavoratori stanno presidiando il cantiere, ma in assenza di risposte dalle Istituzioni cittadine, minacciano di spingere la protesta sotto le sedi della Prefettura di Roma e dell’Assessorato ai Lavori Pubblici.
“Chiediamo al Prefetto Gabrielli ed al Direttore del Dipartimento ai Lavori Pubblici di convocare immediatamente un tavolo con i sindacati di categoria” – dichiarano le federazioni Feneal Uil di Roma, Filca Cisl di Roma, Fillea Cgil di Roma e Lazio – “Occorre attivare rapidamente poteri sostitutivi o individuare soluzioni tampone per l’annosa situazione in cui versano le maestranze, che come sempre finiscono per rappresentare l’anello debole della catena. Tutto ciò non è accettabile, confidiamo nella convergenza di intenti per attivare misure di salvaguardia occupazionale”.