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ACCORDO PER LA CHIUSURA DEL CEMENTIFICIO BUZZI DI SANTARCANGELO

ACCORDO PER LA CHIUSURA DEL CEMENTIFICIO BUZZI DI SANTARCANGELO

Santarcangelo (Rimini)
Polemiche tra sindaco e sindacati
Ha ottenuto il via libera di Filca, Feneal e Fillea l’accordo con l’azienda Buzzi di Santarcangelo di Romagna (Rimini), in vista della chiusura del cementificio, prevista per la fine di quest’anno. Il testo ha incassato anche il consenso dei lavoratori. La società, attraverso un comunicato, ha chiarito di esser giunta a questa decisione poiché “la competitività della cementeria, avviata nel lontano 1920, si è progressivamente deteriorata negli ultimi anni, a causa dei noti incrementi del costo di energia elettrica, combustibili, trasporti, materiali e servizi. La carenza di materie prime ed il progressivo avvicinamento dell’abitato – spiegano – hanno reso impossibile programmare la crescita”.
I dipendenti dello stabilimento di Santarcangelo sono 64. L’accordo prevede cassa integrazione e incentivi per tutti i dipendenti in base all’età. L’azienda, inoltre, ricollocherà in altre sedi 27 addetti. E se sul fronte sindacale sembra prevalere la serenità, è su quello politico che si scaldano gli animi. Il sindaco di Santarcangelo Mauro Vannoni, infatti, si è detto amareggiato per il mancato coinvolgimento degli enti locali nel tentativo di salvare l’azienda. Accuse alle quali risponde Roberto Casanova, segretario generale della Filca riminese: “L’intervento del primo cittadino ci stupisce, dal momento che proprio l’Amministrazione locale ha contribuito alla fine dell’azienda, non autorizzando gli interventi che sarebbero stati necessari per investire mentre contestualmente l’urbanizzazione stringeva il cementificio. I sindacati chiedono all’Amministrazione Comunale che mantenga ciò che ha dichiarato al tavolo e cioè che la destinazione d’uso dell’area resti un sito produttivo, e si adoperi, insieme alle parti sociali, compreso il sistema delle imprese, per far sì che per i lavoratori che non troveranno collocazione nelle imprese del gruppo, vi siano percorsi di rioccupazione nelle aziende del territorio”.
L’accordo raggiunto, che sindacato, Rsu e lavoratori giudicano positivamente, prevede per il primo anno la cassa integrazione per tutti (1.000 euro al mese) e incentivi fino a 35mila euro per chi ha meno di 40 anni, 37mila per chi ha più di 40 anni e 45mila per chi ha già compiuto i 50 anni. Successivamente è prevista la mobilità che varierà da 1 a 3 anni a seconda dell’età dei lavoratori.

Vanni Petrelli

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