“La tragedia di Casteldaccia deve far riflettere sui danni causati dall’abusivismo edilizio che in Sicilia sfiora il 49%. Questo dato è inaccettabile, le istituzioni e la politica facciano la loro parte, schierandosi apertamente contro chi costruisce nell’illegalità”. È lapidario il commento di Paolo D’Anca, segretario generale della Filca Cisl Sicilia che punta il dito contro “l’incuria e l’indifferenza rispetto a un’emergenza come quella dell’edilizia abusiva”.
“Piangiamo oggi queste povere vite spezzate in un giorno di festa come abbiamo pianto i morti di Giampilieri, quelli di Scaletta Zanclea e di altri eventi disastrosi simili a questi- continua D’Anca – pensando ogni volta che probabilmente questi drammi avrebbe potuto essere evitati. La magistratura farà luce su questa vicenda ma anche solo ragionando in termini di buon senso, si capisce come costruzioni così vicine all’alveo di un fiume fossero a rischio”. Per Paolo D’Anca, “la cementificazione selvaggia porta a questi risultati. Tutte le catastrofi avvenute in Sicilia in questi anni avrebbero dovuto essere un monito e invece nulla di concreto è stato fatto”.
“L’abusivismo edilizio porta con sé sacche di lavoro nero e di mancanza di regole essenziali di sicurezza – continua D’Anca – e i lavoratori edili, nonostante la crisi che continua a colpire il comparto, non accettano compromessi, non intendono sottostare alla logica del maggiore profitto con i minori costi nella realizzazione di un edificio. Noi vogliamo lavorare secondo le regole, per costruire case sicure in luoghi sicuri”. Il segretario della Filca Cisl Sicilia chiede che la politica e le istituzioni agiscano palesemente contro ogni forma di abusivismo edilizio, “anche a costo di inimicarsi fasce della popolazione che abitano in edifici totalmente fuori legge. Non devono esserci mezze misure nel contrastare queste forme di illegalità”. Il segretario degli edili della Cisl siciliana propone all’assessore regionale alle Infrastrutture e al presidente della Regione siciliana di riunire un comitato di cui facciano parte gli organismi amministrativi competenti, come gli Enti locali, i vari rami dell’amministrazione regionale, le associazioni datoriali e le sigle sindacali, “per una mappa del rischio in Sicilia”. “Occorre avere un quadro dettagliato non soltanto delle zone rosse per il rischio idrogeologico – aggiunge D’Anca – ma di tutte le aree pericolose sotto il profilo dell’abusivismo edilizio. Dobbiamo evitare concretamente che si verifichino altre tragedie come Casteldaccia”.