In occasione dellle celebrazioni per il 150esimo anniversario dell’Unità d’Italia vi riproponiamo un articolo pubblicato in occasione dell’iniziativa ““A Teano diamoci la mano per ricostruire l’Italia”, a cui la Filca Cisl è stata chiamata a portare il proprio contributo di riflessione.
Responsabilità. È la parola che il segretario generale Domenico Pesenti ha scandito a Teano, provincia di Caserta, teatro della manifestazione “A Teano diamoci la mano per ricostruire l’Italia”.
A Teano giusto 150 anni fa, il 26 ottobre del 1860, il generale Garibaldi consegnò il Mezzogiorno al re piemontese Vittorio Emanuele, evitando una sanguinosa guerra civile. Con quel celebre incontro si compì un passo decisivo nel cammino unitario della nazione italiana. Un inizio all’insegna di un gesto di responsabilità.
E un secolo e mezzo dopo in questo borgo del Casertano traboccante di bandiere tricolori, il più garibaldino degli intervenuti è stato, a ben vedere, proprio il segretario generale della Filca, che ha centrato con schiettezza i veri nodi della questione, quelli che spesso e volentieri, nel dibattito politico, vengono elusi da più parti. “Mi sento un garibaldino. In mezzo a tanti esperti di storia io sono un semplice lavoratore e mi sento esattamente come quei giovani garibaldini che più che dalle conoscenze erano spinti dalle idealità”, ha esordito Pesenti, raccontando alla platea che lui abita in Val Brembana, nella Bergamasca, da dove partì un nutrito gruppo di Camice Rosse al seguito dell’Eroe dei due mondi e della spedizione dei Mille e che oggi – “sono le contraddizioni della storia” – batte bandiera verde-padano (“Ma la gente da quelle parti non sa cosa sia il federalismo, la Lega prende tanti voti contro la politica”).
Se il leghismo usa “parole che dividono” (tutti i leghismi, anche quelli nascenti del Sud, che nutrono rivendicazionismi uguali e contrari), “la forza dei lavoratori è quella di stare uniti e il federalismo può aiutare a stare uniti” perché “vuol dire che ognuno nel proprio territorio deve essere responsabile delle risorse di quel territorio all’interno di un quadro unitario nazionale”.
C’è il federalismo, dunque, e c’è la solidarietà. La solidarietà vera, però, niente a che vedere con l’assistenzialismo. “Il nostro stare assieme – è stato uno dei passaggi più significativi dell’intervento del numero uno della Filca – non deve essere all’insegna della solidarietà verso qualcuno, ma della solidarietà tra i cittadini. Solidarietà deve voler dire stare insieme per tutelare sé stessi perché più pensiamo al bene comune più facciamo anche il bene delle singole persone”.
Quindi, la sferzata alla politica e alle sue contraddizioni. “Abbiamo bisogno di una politica che faccia gli interessi del Paese” e ciò significa, prima di tutto, mettere mano alla vigente legge elettorale che ha espropriato il cittadino della facoltà di scegliersi i propri rappresentanti con la conseguenza di avere un Parlamento di nominati dai partiti, non di eletti dal popolo in rappresentanza degli interessi dei territori. “Si parla di federalismo fiscale e poi i territori non possono scegliersi i propri rappresentanti” ha evidenziato Pesenti. Che ha concluso il suo intervento esortando a utilizzare bene l’occasione della ricorrenza del 150°: “Deve servire a capire come si deve e si può portare avanti oggi l’unità d’Italia. Non deve servire a scaricare le colpe sugli altri. L’unità è oggi più attuale che mai, e la sua continuazione ideale oggi è rappresentata dall’unità europea. Uniti per globalizzare i diritti, le tutele, le libertà e la democrazia. Ognuno di noi deve assumersi la sua parte di responsabilità”. Responsabilità. Come Garibaldi, a Teano, 150 anni fa.
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