Il Giappone prova a rialzarsi dalla tragedia che lo ha colpito e nel mondo scatta la gara di solidarietà. A Tokyo, “stanno arrivando i primi aiuti europei, inclusi i nostri della Protezione civile”, fa sapere l’ambasciatore italiano, Vincenzo Petrone. Ma intanto l’attenzione si concentra sui rischi connessi al danneggiamento di alcune centrali nucleari. La commissaria Ue all’ambiente, Connie Hedegaard, parla di “situazione grave”, invitando però a “mantenere la calma”. “Per prima cosa – ha sottolineato – bisogna cercare di ottenere tutte le informazioni possibili su ciò che sta realmente accadendo in Giappone, dove purtroppo la fase di emergenza non è ancora finita”.
Anche per la Cisl le preoccupazioni internazionali intorno alla sicurezza della produzione energetica da nucleare “sono condivisibili”. Lo sottolineano in una nota i segretari confederali, Gianni Baratta e Fulvio Giacomassi. “E’ questa una questione- aggiungono Baratta e Giacomassi- che deve diventare europea e globale in quanto non può essere relegata ai singoli paesi e governi perché il rischio in casi di incidenti non è per niente racchiudibile all’interno dei singoli confini nazionali. Per questo, la tecnologia e l’utilizzo nucleare, devono essere armonizzate nelle regole e nella sicurezza della Ue”.
La Cisl in una nota ha espresso vicinanza ai lavoratori ed alla confederazione sindacale nipponica Rengo, che proprio in questi giorni, con lo slogan “Correggiamo le distorsioni e le disparità nella distribuzione, a partire dalla deflazione, migliorando il trattamento di tutti gli operai!”, aveva avviato l’offensiva di primavera e aperto il confronto con l’associazione degli industriali. Il terremoto però, ora, rischia di aggravare un quadro già compromesso dalla lunga stagnazione che negli ultimi anni ha ridotto di più del 5% i salari reali, fatto aumentare la precarietà e l’aumento delle disparità sociali.
(dal sito www.conquistedellavoro.it)
