Valorizzare le peculiarità dei nostri prodotti per favorire lo sviluppo e l’occupazione nelle imprese iblee del marmo. È stata questa la linea guida dell’incontro “Il Marmo. Strategie per rilanciare il settore e creare occasioni di sviluppo e lavoro” tenutosi ieri, a Comiso, e organizzato dalla Filca Cisl di Ragusa.
Imprenditori, lavoratori, istituzioni e organizzazioni sindacali hanno cercato di delineare, ciascuno secondo le proprie competenze, il quadro complessivo di questo settore che, nel corso degli ultimi anni, sta subendo gli effetti devastanti della crisi economica globale. “Il settore in provincia e, in particolare, per Comiso, dove risiedono la maggior parte dei lavoratori delle aziende del marmo – ha dichiarato il segretario territoriale Filca Cisl di Ragusa, Francesco Scannavino – è stato, è, e deve continuare ad essere centro di ricchezza e di occupazione. La crisi finanziaria ha fatto si che le imprese e i piccoli artigiani del settore non riescano, da soli, a uscire da quel tunnel creatosi fin dal 2008”.
Il percorso da intraprendere per il rilancio del settore inizia, senz’altro, dal coinvolgimento dei vari soggetti istituzionali, ossia gli Enti locali sul territorio, i rappresentanti delle imprese e le organizzazioni sindacali. “Il supporto dell’ente locale – ha sottolineato il sindaco di Comiso, Giuseppe Alfano – è importante ma si deve anche pensare a momenti di promozione, di confronto con i possibili acquirenti o, perché no, a uno studio dei mercati che si devono affrontare. Non è comunque facile ipotizzare una ricetta in grado di risolvere il problema: i numeri, infatti, ci offrono una visione completa della difficile situazione in cui versa il settore in questione”.
In questi ultimi due anni, ben 39 imprese sono state chiuse e la forza lavoro complessiva è passata da 1400 persone a 1100 unità. Dati preoccupanti arrivano anche dalla Cassa Integrazione Guadagni e dai licenziamenti collettivi. Il punto di vista diretto degli imprenditori che operano nella nostra realtà territoriale è stato fornito da Franco Caruso e Gianni Peluso, titolari, rispettivamente, di un impresa industriale e di una artigianale di lavorazione del marmo che hanno evidenziato la necessità “di reinvestire nei nostri prodotti. Per sopravvivere come imprese – hanno dichiarato – dobbiamo ricercare la soluzione nelle pietre locali e nella valorizzazione delle nostre risorse”.
Un’esigenza condivisa dal presidente della Sezione Marmi e Graniti della Confindustria di Ragusa, Biagio Amarù, dal presidente Asi di Ragusa, Rosario Alescio e dal segretario nazionale Filca Cisl, Riccardo Gentile, è quella di creare una rete di imprese e di aziende investendo nel distretto produttivo, sull’esempio positivo del distretto del Marmo Veneto e di quello del Marmo di Carrara. “La Sicilia è il secondo produttore di marmi di tutta l’Europa – ha dichiarato Alescio – ma è importante fare sistema approfittando anche dei tanti finanziamenti a disposizione per le imprese”. “Per competere con i grandi mercati – ha sottolineato Gentile – sono due le priorità fondamentali da sostenere: l’unione del settore pubblico e di quello privato e il rilancio degli investimenti”.
All’incontro, realizzato in collaborazione con la Confederazione Nazionale Artigianato, la Confindustria Ragusa e il Comune di Comiso, hanno partecipato, tra gli altri, anche l’onorevole Roberto Ammatuna, il presidente e il segretario generale della Camera di Commercio di Ragusa, Pippo Cascone e Carmelo Arezzo, il direttore di Confindustria di Ragusa, Giuseppina Migliorisi e il presidente della Cna di Ragusa, Giuseppe Massari.
“Questa iniziativa – ha commentato il segretario generale Filca Cisl, Luca Gintili che ha presieduto il congresso – ha rappresentato solo l’inizio di un processo. Il periodo dell’osservazione è finito: a quest’incontro dovrà presto seguire un tavolo esecutivo per cercare di mettere in campo – ha concluso – un sistema di risoluzione efficiente ed efficace”.