PIANO CASA VENETO: BENE LA PROROGA MA NON E' LA PANACEA

PIANO CASA VENETO: BENE LA PROROGA MA NON E' LA PANACEA

È vero che il Piano Casa in Veneto ha dato frutti positivi più che altrove ed è bene che venga prorogato, ma non ci si illuda che sia la panacea di tutti i mali dell’edilizia veneta». Lo afferma Salvatore Federico, segretario generale della Filca-Cisl del Veneto, intervenendo sul botta-risposta tra l’assessore regionale Renato Chisso e il presidente dell’Ance Stefano Pellicciari.

«Fermarsi al Piano Casa significa tentare di curare l’influenza A con l’aspirina – continua il leader della Filca -. Ci vuole ben altro per rilanciare la filiera delle costruzione a cominciare dallo sblocco degli investimenti pubblici per attuare le grandi e piccole opere, le infrastrutture viarie in primo luogo».

Per la Filca-Cisl, «se non si modifica il Patto di Stabilità, che ha chiuso i rubinetti della spesa pubblica per investimenti, si rischia che a fare i piccoli ampliamenti e le ristrutturazioni incentivate dal Piano Casa debbano essere chiamate le imprese edili straniere perché di nostre, tra poco, non ce ne saranno più».

La Filca-Cisl del Veneto invita ancora una volta  la Regione e l’Ance a mettersi intorno a un tavolo, coinvolgendo anche le istituzioni del credito, per mettere a punto un pacchetto di soluzioni efficaci per il rilancio della filiera-casa e fermare l’emorragia occupazionale del settore con oltre 30 mila posti di lavoro persi dall’inizio della crisi.

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