Nei giorni scorsi si è tenuta a Vibo Valentia una manifestazione unitaria (organizzazioni sindacali e associazioni imprenditoriali) sulla crisi del comparto delle costruzioni nella provincia. Di seguito le proposte avanzate da Fabio Blandino, segretario generale della Filca-Cisl territoriale.
- Priorità di interventi
Una riqualificazione del territorio che, attraverso l’attuazione di politiche di rigenerazione urbana e la realizzazione di un programma di opere pubbliche piccole e medie allentando anche il patto di stabilità che impedisce perfino ai comuni più virtuosi di impiegare fondi disponibili.
Rendere effettivamente disponibili, in termini di attribuzioni di cassa, le risorse destinate dal CIPE alle priorità infrastrutturali, a partire da quelle attribuite al programma di piccole e medie opere e all’edilizia scolastica.
L’attuazione del Piano Casa per abitazioni ad affitto sostenibile (housing sociale), nonché di un programma straordinario di edilizia economica e popolare, per rispondere compiutamente alla domanda di casa delle famiglie.
Messa in sicurezza del territorio contro frane, smottamenti, alluvioni e adeguamento e messa in sicurezza della rete viaria
Riqualificazione del patrimonio abitativo in una logica eco-sostenibile e di risparmio energetico.
Un sistema di qualificazione delle imprese nell’accesso al mercato privato e una modifica delle regole di accesso a quello pubblico, attraverso l’uso di meccanismi reputazionali legati alla storia dell’impresa e alla sua struttura, che garantiscano una puntuale selezione degli operatori e l’esclusione di chi non rispetta le regole.
Che non ci siano più appalti con il massimo ribasso, ma appalti che tengono conto della capacità dell’impresa, della storia dell’impresa, del nome dell’impresa. Perciò appalti che tengano conto veramente della capacità dell’impresa di fare un lavoro di qualità, privilegiando la diffusione dell’offerta economicamente più vantaggiosa rispetto al massimo ribasso.
L’intensificazione dei controlli soprattutto in materia di verifica delle caratteristiche statiche degli edifici, di sicurezza e regolarità del lavoro.
Un’azione forte di contrasto al lavoro nero, alle irregolarità, alle illegalità. Dal 2011 partirà anche la circolare della Cnce che darà indicazioni a tutto il sistema, implementando nel Durc la congruità e scatterà il meccanismo per cui tutte quelle imprese che hanno un part-time superiore a quanto previsto dal contratto non possono avere il Durc, e non potranno essere considerate regolari.
Sbloccare i pagamenti per le imprese che hanno SAL approvati e oggi vincolati dal Patto di stabilità, anche per consentire alle stesse il pagamento delle forniture e dei servizi utilizzati. Più in generale allentare i vincoli dello stesso patto per gli enti virtuosi al fine di finanziare prioritariamente interventi legati alla tutela e messa in sicurezza del territorio, del patrimonio edilizio e dei beni culturali ed artistici.
Sdoganamento dei FONDI FAS per la Calabria, al fine di rendere fruibili gli stanziamenti per le opere infrastrutturali.
Piani strutturali comunali che tardano a concretizzarsi e anche fondi già assegnati che non vengono spesi (basta pensare a quello che è successo a Vibo per la costruzione del nuovo teatro, finanziato totalmente dal Governo centrale, ma per il quale è stato adottato il provvedimento di revoca perché non utilizzato nei tempi previsti).
Apertura di un tavolo permanente in Prefettura, con cadenza trimestrale, che tenga conto degli appalti pubblici nella provincia di Vibo Valentia per verificare lo stato dell’arte di ogni singolo intervento e per la parte della regolarità e della qualità dei lavori e per la legalità e la lotta ad eventuali infiltrazioni mafiose o peggio attentati criminosi alle ditte esecutrici dei lavori.
Una fiscalità di vantaggio per le imprese regolari, affinché possano reinvestire i risparmi derivanti dalla detassazione in nuovi appalti, creando così occupazione sul territorio.