LA FILCA PESCARESE LANCIA L'ALLARME: L'EDILIZIA E' IN GINOCCHIO

LA FILCA PESCARESE LANCIA L'ALLARME: L'EDILIZIA E' IN GINOCCHIO

E’ allarme a Pescara per la grave crisi del settore edile. La cassa integrazione nel settore delle costruzioni è agli sgoccioli, non ci sono nuove opere in partenza e la classe politica fa poco o niente per dare una smossa al settore. Il bilancio del 2010 nel settore edile parla chiaramente di una crisi profonda e di una preoccupazione costante per il 2011. “I problemi sono iniziati già nel 2009 – dice Gianfranco Reale – Segretario Generale della Filca-Cisl di Pescara e nel 2010 si sono aggravati. Le imprese, infatti, hanno potuto ricorrere in un primo momento alla cassa integrazione e sono quindi riuscite a tamponare le perdite maggiori. Ora però gli ammortizzatori sociali stanno finendo, o  finiti del tutto ed il prossimo passo non può che essere quello di ulteriori licenziamenti del personale dipendente”.

Secondo la Filca le responsabilità vanno ricercate nella classe politica a livello nazionale e locale: sono state pochissime le decisioni prese per far fronte alla grave situazione occupazionale. Per dare un’idea di quanto la crisi sia profonda si ricorda la manifestazione congiunta di imprenditori e dipendenti che si è tenuta il primo dicembre a Roma davanti a Montecitorio. “Se i proprietari delle ditte scendono in piazza al fianco dei loro operai significa che qualcosa davvero non va. La manifestazione del primo dicembre è una fotografia chiara e drammatica di come si sia concluso questo 2010.

Le previsioni per il 2011 sono più che negative. “L’edilizia Pescarese ha già perso 1000 posti di lavoro – continua Gianfranco Reale – ed il 2011 potrebbe essere ancora più critico. La Cassa Integrazione sta per terminare (peraltro è uno dei settori che riesce ad attingere di meno agli ammortizzatori sociali). Se il lavoro non c’è, quando un cantiere chiude si tende a licenziare i dipendenti e questo è quello che, purtroppo, ci aspettiamo accada nei prossimi mesi per ulteriori centinaia di lavoratori”.

La politica dovrebbe intervenire subito, anche a livello locale. Se al settore  non si dà uno spiraglio, anche minimo, il comparto edilizio andrà al collasso. A mandare avanti il mercato, al momento, sono solo i privati. Quei pochi che, pur con sacrifici  riescono ad investire. Dal settore pubblico tutto tace. E, ciò che è peggio, è che in una situazione del genere si finisce purtroppo per favorire il lavoro nero. Un disagio in più che infliggerebbe un colpo mortale all’economia. Per questo si vuole lanciare un appello all’Ispettorato del Lavoro alla luce  “Collegato Lavoro” convertito nella Legge 183/2010, nuove norme e disposizioni in materia di maxisanzione contro il lavoro sommerso, affinché i controlli vengano intensificati e di conseguenza si limitino i danni”.

Per dare risposte chiare e concrete bisogna da subito istituire un OSSERVATORIO provinciale sulle opere pubbliche e private coinvolgendo tutti gli amministratori locali, le associazioni datoriali e parti sociali. Attivare un TAVOLO PERMANENTE di CONCERTAZIONE quale centro d’elaborazione delle politiche per la lotta al lavoro nero e il rispetto delle norme di sicurezza, di programmazione degli investimenti e quale centro promotore dello sblocco d’ogni singola opera pubblica.

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