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BRUXELLES, IN 100MILA IN PIAZZA CONTRO L’AUSTERITA’

BRUXELLES, IN 100MILA IN PIAZZA CONTRO L’AUSTERITA’

BRUXELLES, IN 100MILA IN PIAZZA CONTRO L'AUSTERITA'
BRUXELLES, IN 100MILA IN PIAZZA CONTRO L’AUSTERITA’

100.000 persone hanno sfilato nelle vie di Bruxelles e migliaia in molte altre città europee per esprimere la loro preoccupazione di fronte al contesto economico e sociale che sarà peggiorato dalle misure d’ austerità. Con questo giornata d’ azione europea, ed in particolare con l’ Euro-manifestazione di Bruxelles che ne ha rappresentato il momento simbolicamente più alto, la confederazione europea dei sindacati (Ces) intende fare sentire la voce dei lavoratori e sfidare i responsabili europei sull’ occupazione e sulla crescita, che non devono essere sacrificate in nome di l’ austerità. John Monks, segretario generale della confederazione europea dei sindacati (Ces) ha detto nel suo intervento che “i lavoratori dipendenti sono oggi in piazza con un messaggio chiaro: è tempo di cambiare orientamenti rispetto all’austerità, che avrà effetti disastrosi sulle persone e sull’ economia appena gli effetti si faranno sentire, probabilmente fin da quest’inverno”. Per Monks, i sindacati europei sono consci del fatto che i governi hanno disavanzi da riempire ma possono aspettare per pagare i loro debiti. “Non c’è urgenza, nessun panico!”. Misure d’ austerità sono già in vigore in Irlanda ed in Grecia e obiettivamente si è visto quanto non abbiano avuto nessun effetto sulla crescita e sull’occupazione.
Migliaia di lavoratori, di disoccupati, di pensionati sono arrivati stamattina a Bruxelles per partecipare alla manifestazione promossa dai sindacati europei a Bruxelles che aveva come slogan “No all’austerità, priorità per il lavoro e la crescita”. I manifestanti si sono diretti verso la stazione di Midi, dove alle 13 è partito il corteo che ha marciato verso il quartiere delle istituzioni comunitarie, arrivando nel primo pomeriggio sulla grande spianata del Parco del Cinquantenario. Cinque treni speciali e decine di bus, provenienti da tutta Europa, sono stati organizzati dalla Confederazione dei sindacati europei (Ces) per il The action day contro una ripresa senza lavoro, costruita sulla pelle dei più deboli e a scapito della creazione di posti di lavoro.
I sindacati europei intendono “dare voce” alle inquietudini sulla situazione economica e sociale europea, dove il tasso di disoccupazione si attesta ormai al 10%, con punte del 20% in paesi come la Spagna. Come alternative all’austerità, i sindacati europei indicano investimenti nell’occupazione dei giovani, particolarmente colpiti dalla disoccupazione e la precarietà, in politiche industriali, nell’economia verde, in tutto ciò che può contribuire ad una crescita duratura. D’ altra parte, la Ces chiede anche una tassa europea sulle transazioni europee per raccogliere fondi destinati a finanziare le misure di rilancio e far fronte alle attività puramente speculative. E’ il messaggio trasemsso al presidente in carica del Consiglio dell’Unione europea, Leterme, e al Presidente della Commissione europea, Barroso, che una delegazione della Ces ha incontrato al termine della manifestazione.
Movimenti di protesta hanno avuto luogo anche luogo in molti paesi europei: uno sciopero generale in Spagna, manifestazioni in Francia, in Portogallo, in Lituania, in Germania, in Lettonia, a Cipro, in Serbia, in Polonia, in Irlanda. L’ Euro-manifestazione di Bruxelles è stata composta da delegazioni che provengono da una cinquantina d’ organizzazioni sindacali che rappresentano 30 paesi. Le federazioni europee industriali sono state altrettanto rappresentate. Il tasso di adesione allo sciopero generale convocato oggi in Spagna contro la riforma del mercato del lavoro è stata finora del 74%, hanno indicato i sindacati Ugt e Ccoo, che hanno anche denunciato alcuni incidenti fra scioperanti e polizia, in particolare a Madrid. In scontri con le forze dell’ordine in tutto il paese, secondo i sindacati, 12 persone sono rimaste contuse, e 30 sono state fermate. Lo sciopero generale è il primo indetto da quando Zapatero è al potere (2004) e il quinto nei 35 anni del dopo Franco. Arriva alla vigilia della presentazione in Parlamento della Finanziaria di austerità per il 2011. Il governo socialista, per contenere il deficit di bilancio e ridare fiducia hai mercati, ha varato una dura manovra che prevede fra l’altro il congelamento di pensioni e stipendi pubblici e il taglio della spesa sociale. Il paese ha inoltre il tasso di disoccupazione più alto dell’Ue, al 20%, il doppio della media europea.
Secondo il portavoce di Ugt Josè Ricardo Martinez, “lo sciopero è stato più duro a Madrid”. Per i sindacati lo sciopero ha avuto una adesione del 61% nel settore della stampa, del 70% in Tv e radio. I giornali a Madrid oggi non sono arrivati nelle edicole, per lo sciopero della distribuzione. Il livello di adesione è stato inoltre, secondo i sindacati, del 30% nei grandi centri commerciali, del 45% nel piccolo commercio,del 40% nel settore alberghiero e del 98% nei servizi di pulizia. La Grecia è intanto di nuovo semiparalizzata dalle proteste contro l’austerity e le riforme del governo di Giorgio Papandreou. Ai camionisti, che hanno deciso ieri il proseguimento per la terza settimana consecutiva della protesta, si aggiungono infatti i lavoratori dei trasporti ferroviari e stradali urbani ed extraurbani, dei portuali e dei medici mentre manifestazioni sono state convocate da tutti i sindacati nel quadro di una scesa in campo a livello europeo. Lo sciopero dei camionisti contro la “ingiusta” liberalizzazione del settore blocca oltre 10.000 container nei porti del Pireo e di Salonicco e sta fermando i rifornimenti all’industria e al consumo, facendo anche temere per un’imminente penuria di carburante. Gli autotrasportatori chiedono sia emendata la nuova legge che abolisce le licenze per ottenere compensazioni ed estendere il periodo di transizione. Il governo ha offerto in cambio sussidi e sgravi fiscali che sono stati ritenuti “insufficienti”. Alla protesta di migliaia di camionisti, i cui mezzi pesanti restano incolonnati per il diciassettesimo giorno alle porte di Atene e Salonicco, si aggiunge oggi la terza
giornata di protesta dei dipendenti delle Ferrovie contro il piano di privatizzazione. Protesta sostenuta per solidarietà dal resto dei lavoratori del trasporto pubblico. I grandi sindacati del settore privato, Gsee, e di quello pubblico, Adedy, manifesteranno invece in massa questo pomeriggio, parallelamente al sindacato comunista Pame nel quadro degli scioperi e delle marce in vari paesi europei, a cominciare dalla Spagna, contro le misure di austerità.

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