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BONANNI: "SABATO VI STUPIREMO!"

BONANNI: "SABATO VI STUPIREMO!"

Fisco
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Forse non basterà neanche piazza del Popolo. A pochi giorni dalla manifestazione sul fisco, Bonanni si sbilancia: “Vedrete, resterete stupiti da quanti lavoratori riusciremo a portare in piazza di sabato. Perchè in tempi di crisi un sindacato responsabile fa manifestazioni di sabato e non fa scioperi che danneggerebbero solo il salario dei lavoratori. Dimostreremo che siamo il sindacato più rappresentativo in questo momento”. Al convegno organizzato dalla Cisl Roma (Più sviluppo e maggiore responsabilità, quali le riforme necessarie?), il segretario generale della Cisl ribadisce la strategia del sindacato riformista.
Si tratta dunque di procedere nella modernizzazione delle relazioni sindacali e incalzare il “palazzo” sulle riforme, in particolare quella del fisco, senza affidarsi a quella che in questo momento rappresenterebbe, se utilizzata nei tempi e nei modi sbagliati, il lato più demagogico della piazza. Mai nei giorni feriali, si dirà. Anche di sabato infatti i messaggi arrivano chiari: lavoro e imprese chiedono una svolta sulle (loro) tasse. Perchè la crisi, osserva Bonanni, nel nostro Paese arriva da più lontano: in dieci anni il reddito pro capite ha perso sette punti, il costo per unità di prodotto nei servizi e nel manifatturiero è aumentato di venti, laddove in Germania, un Paese a caso, è diminuito di dieci.
L’Italia dunque paga i ritardi (e i costi) su servizi, infrastrutture, energia, formazione e criminalità organizzata. Un Paese che ha smesso di crescere e che fa i conti, scandisce Franco Marini, con il ristagno della domanda interna: “I salari non crescono e dunque le famiglie non sono in grado di spendere – rileva l’ex presidente del Senato – e la ripresa dell’export non è sufficiente perchè sulla nostra ricchezza incide solo per il trenta per cento”. Marini “benedice” la manifestazione del 9 ottobre ed elogia il coraggio della Confederazione di via Po.
Un coraggio, ricorda il senatore del Pd, che si nutre della coerenza di un’organizzazione che dai tempi dell’inflazione a due cifre fino alla riforma della contrattazione ha saputo contribuire all’innovazione malgrado le spinte contrarie e qualche deriva d’intolleranza. Ecco perchè l’ex segretario generale della Cisl si dice comunque ottimista sulla possibilità di ritrovare una comune azione sindacale: “Del resto non è che (dopo la spaccatura con la Cgil ndr) si è fermato il mondo – nota – e infatti tutte le categorie della Cgil, tranne la Fiom hanno rinnovato i contratti con il nuovo modello. Dunque, credo che occorra uno sforzo per vedere se si può recuperare uno sforzo unitario; detto questo io stesso come Pd ho provato a spiegare alla Cgil in quale ritardo si trova rispetto al cambiamento”.

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