MAFIA, IN SICILIA PERCORSO DI RESPONSABILITA’ E INFORMAZIONE

MAFIA, IN SICILIA PERCORSO DI RESPONSABILITA’ E INFORMAZIONE

La Filca Cisl, il Siulp e la Cisl, con Domenico Pesenti, Felice Romano e Raffaele Bonanni in testa contro la mafia, con un progetto che si fa anche percorso di responsabilità. Dal 18 al 23 luglio in Sicilia, con Maurizio Bernava, Santino Barbera, Liliana Ocmin, Renzo Zavattari, Silvio Baita, Salvatore Scelfo, Gigi Petteni, Fulvio Gervasoni, Roberta Villa e i segretari generali dei territori lombardi con i colleghi e cofondatori del progetto del Siulp guidati da Felice Romano, Vincenzo Italiano e Vittorio Costantini per ricordare ed essere responsabili dei grandi passi contro la mafia.
Con oltre cento anni di storia criminale e a meno di cento passi dal Duomo di Milano Cosa Nostra sta cambiando pelle, alleandosi stabilmente con le altre organizzazioni, ‘ndrangheta in testa. Come sottolinea il responsabile politico del laboratorio e del percorso in Sicilia, Battista Villa, regionale della Filca lombarda, occorre collezionare e unire tutti i frammenti della società migliore per sconfiggere la malapianta, in un pool sociale antimafia.
La mafia è il problema nazionale, causa di arretratezza e di gran parte dell’instabilità politica. Da tempo ormai le cosche sono radicate anche al nord, in Lombardia in particolar modo sono operose e pericolose, come la grande operazione antimafia di questi giorni evidenzia. Per rendersi conto del fenomeno basta guardare i rapporti sulle ecomafie e le relazioni della Commissione Antimafia nazionale e notare le cifre: ad esempio 43 miliioni di euro l’anno soltanto a Milano, soltanto dallo spaccio di coca e soltanto a beneficio esclusivo della n’drangheta. Nel triangolo delle n’drine tra Buccinasco, Corsico e Pero le famiglie calabresi hanno organizzato un sistema di eccellenza criminale, quasi interamente dedicato al ricliclaggio nell’edilizia, movimento terra, e nel commercio, centri commerciali soprattutto. Mentre i siciliani della “stidda” oltre la storica Cosa Nostra, imperano nell’economia nera da oltre quarant’anni: Provenzano e Riina già dagli anni Sessanta erano correntisti di banche d’affari milanesi e Ambrosoli è stato ucciso nel 1979 su loro mandato e per intercessione di Michele Sindona, rais dell’economia rampante e del mattone. A Lonate Pozzolo e a Busto Arsizio, in provincia di Varese, il territorio degli “stiddari” Rinzivillo con le loro imprese edili impegnate anche nella ricostruzione dell’Abruzzo post terremoto. E così via ad aumentare.
Per evitare di scivolare nel qualunquismo imperdonabile dell’ignoranza, per difendere le imprese perbene, e sopratutto per salvare il lavoro per i lavoratori onesti, la Cisl, la Filca e il Siulp si sono uniti in un programma unico di lotta alla mafia in tempo per la prossima Expo del 2015 a Milano. L’edilizia scoprendo di essere vittima della crisi come altri settori industriali, oggi rischia di essere definitivamente vittima del potere criminale, forte di una grandissima liquidità per investire e acquisire.
Il Progetto San Francesco vuole essere un contributo alla lotta alla mafia, attivando la condivisione necessaria di ogni informazione disponibile e in base alle specifiche competenze e ruoli, verso la costituzione di un pool sociale antimafia operativo. Il Progetto San Francesco, negli ottocento anni della Regola di Assisi, nato con la sigla tra le Federazioni della Sicilia e della Lombardia lo scorso 22 gennaio, è rivolto ai lavoratori dell’edilizia e degli altri settori produttivi, ai poliziotti e chiede la cooperazione delle università e il sostegno delle Istituzioni e della magistratura.
Adesso, dal 18 al 23 luglio, a Palermo e a Petralia – in memoria di Epifanio Li Puma, primo sindacalista cattolico ucciso una settimana prima di Placido Rizzotto – una serie di approfondimenti sulla storia della mafia e della lotta alla mafia, partendo dal valore delle azioni, dei percorsi, delle prassi, dei grandi uomini di Stato, per rafforzare l’aspetto pratico, progettuale, territorriale. In Lombardia e in Sicilia, insieme. La prossima tappa, ormai ufficiale, l’apertura del Centro d’Alta Formazione contro la mafia in una villa confiscata alla n’drangheta, a Cermenate: prima volta in assoluto che un network di sindacati, di università e di associazioni apre una scuola popolare aperta a tutti, dall’operaio al ricercatore. Tutto questo nella convinzione che la mafia è vincibile, e nella certezza che per vincere occorre stracciare le proprie paure e pregiudizi.
Il 22 luglio la data simbolica, nella quale Raffaele Bonanni, Domenico Pesenti e Felice Romano, nella stessa sala del Palazzo dei Normanni dove Piersanti Mattarella presentava il suo programma politico contro la mafia negli appalti, firmeranno la lettera di intenti, per dare l’avvio nazionale al Progetto San Francesco contro la mafia”.
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