E tre. Per la terza volta il Ministero dei Beni Culturali ha prorogato il bando per l’acquisizione del titolo di restauratore di beni culturali. “Siamo alla terza proroga in sei mesi – ha affermato Enzo Pelle, segretario nazionale della Filca-Cisl – peraltro comunicata a ridosso della scadenza dei termini, con gli inevitabili ulteriori disagi per le migliaia di operatori interessati al bando, circa 20mila. Se da un lato è un bene che ci sia ancora tempo per gli aspiranti al titolo di restauratore e collaboratore – prosegue Pelle – mi chiedo a cosa serva questo limbo infinito se poi non si operano delle profonde revisioni della normativa che rispecchino la realtà del settore”.
La richiesta dei sindacati è chiara: “Il Ministero – ha aggiunto l’esponente della Filca nazionale – dovrebbe finalmente ammettere che non può ridisegnare un mondo complesso ed articolato come quello del lavoro dei beni culturali in assoluta solitudine, senza sentire chi questo mondo lo rappresenta. Occorre non sprecare altro tempo, per questo chiediamo che il Ministro Sandro Bondi convochi le parti sociali al più presto, una promessa fatta da molto tempo che chiediamo con forza venga finalmente mantenuta”. Il Bando di accesso alla qualifica professionale di restauratore e di collaboratore restauratore di Beni Culturali, indetto dal Ministero dei Beni Culturali, così come è stato concepito nega il diritto al riconoscimento professionale a decine di migliaia di lavoratori del comparto, mettendone seriamente a rischio la possibilità di mantenere il proprio posto di lavoro o addirittura di esserne estromessi definitivamente.
Tutto il mondo del lavoro, sindacati e imprenditori, si è mosso per elaborare proposte precise su cui aprire un confronto. Peccato che il Ministero, interpellato da tempo, continui inspiegabilmente a tergiversare e ad ignorare le richieste delle tre organizzazioni sindacali di categoria, Filca-Cisl, Feneal-Uil e Fillea-Cgil.