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EDILIZIA A LECCO, IL PUNTO DELLA SITUAZIONE IN UN CONVEGNO DELLA FILCA

EDILIZIA A LECCO, IL PUNTO DELLA SITUAZIONE IN UN CONVEGNO DELLA FILCA

“In provincia di Lecco in 2 anni, dal 2007 al 2009, stando ai dati Cassa Edile, sono diminuiti del 9,64% gli addetti, si sono ridotte di oltre 1 milione le ore lavorate pari al 13,5% di contro sono aumentate del 341% le ore di cassa integrazione”. A lanciare l’allarme in edilizia è il segretario generale della Filca lecchese, Claudio Cogliati, nel corso dell’iniziativa “Il futuro delle costruzioni a Lecco”, alla quale hanno partecipato anche il sindaco della città, Virginio Brivio, il segretario generale della Filca Lombardia, Renzo Zavattari, ed il segretario nazionale della Filca, Franco Turri.
Tra le ricette per superare la crisi, o almeno arginarne gli effetti, Cogliati indica le potenzialità del mercato della bio-edilizia: “La Bioedilizia, la certificazione energetica degli edifici, la sostenibilità – ha detto – devono essere la norma, lo standard. Costruire in Bioedilizia significa limitare il consumo di risorse non rinnovabili e utilizzando materiali non nocivi ed ecologici. La Bioedilizia non è un qualcosa di definito una volta per tutte ma è un’idea e una prassi in continuo sviluppo. Se oggi dobbiamo rispondere ad una domanda residenziale, dobbiamo anche guardare con attenzione alla domanda di qualità della vita che proviene da chi oggi non ha le condizioni economiche e sociali per permettersela e da chi vive in condizioni di disagio abitativo. La risposta è una “nuova”, di intervento pubblico che realizzi in ogni comune interventi edilizi pubblici indirizzati alla domanda di case dei lavoratori”.
Nel corso del suo intervento Cogliati ha elencato i fronti sui quali intervenire:  “Tra le priorità – ha detto – c’è l’introduzione di un rigido sistema di selezione delle imprese e di norme chiare per l’accesso al mercato del lavoro da parte di imprenditori, o presunti tali, troppo spesso improvvisati e senza scrupoli. Il Documento Unico di Regolarità Contributiva, il Durc, nato nel settore sulla spinta delle organizzazioni sindacali di categoria e realizzato congiuntamente, ha già inferto un duro colpo agli imprenditori scorretti. Le posizioni regolarizzate con questo provvedimento sono più di 200.000, un dato superiore a quello ottenuto dagli interventi degli ispettori del lavoro.
Insieme al piano sulle infrastrutture si chiede il finanziamento di un programma di opere medio-piccole immediatamente cantierabili. Per far sì che ciò avvenga è necessaria una deroga all’applicazione del Patto di Stabilità interno per Regioni ed Enti locali. Dagli Enti Locali – ha proseguito – passa un altro punto importante: la celerità ed il rispetto dei tempi di pagamento per l’esecuzione di lavori pubblici. Troppo spesso le imprese devono pagare le inefficienze delle Amministrazione pubbliche, con ripercussioni pesanti sui fornitori ma soprattutto sui lavoratori impegnati. Non è più ammissibile.  Occorrono inoltre interventi decisi sulle politiche abitative, con un programma di Edilizia economica popolare pubblica e con un programma di housing sociale che vada incontro alle esigenze delle classi meno abbienti. Grande attenzione deve essere infine rivolta alla riqualificazione del patrimonio edilizio privato e finalizzato al risparmio energetico, con il potenziamento degli incentivi fiscali, ed agli interventi di costruzione e manutenzione orientati alle politiche di innovazione e di sostenibilità ambientale. Sbagliato sarebbe se la detrazione pari al 55% per le spese sostenute per alcuni interventi sugli immobili finalizzati ad ottenere un risparmio energetico restasse fino all’anno 2010. Ma è indispensabile che ci sia la certificazione dei lavori attraverso la fatturazione, questo anche per tutti gli incentivi che potranno essere previsti dal Piano Casa. La tracciabilità del pagamento si traduce in un doppio vantaggio: per le casse dello Stato e per la regolarità delle imprese e del personale impiegato”.
Infine un cenno alle infrastrutture: “Le grandi opere in Lombardia, Alta velocità, Expo 2015, Brebemi, Tangenziale est Milano, Pedemontana Como Varese Brianza Bergamo, Colico Sondrio, accessibilità a Malpensa, lambiscono la nostra Provincia ma nessuna la coinvolge direttamente, contrariamente alla s.s. 639 Lecco-Bergamo. Il volano delle opere pubbliche sarà minore per Lecco rispetto alle province confinanti. A maggior ragione va reso cantierabile tutto ciò che localmente è previsto”.

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