Lingue

CRISI: IN 2 ANNI PERSI 350MILA POSTI

CRISI: IN 2 ANNI PERSI 350MILA POSTI

In quasi due anni la crisi economica ha “macinato” 350 mila posti di lavoro nell’industria, ma potrebbe non essere finita qui: a forte rischio ce ne sono altri 150-200 mila. Sono queste le cifre che emergono dal settimo “Rapporto Industria” della Cisl. Il riepilogo di 23 mesi passati sotto il segno della crisi, dall’aprile del 2008 al febbraio del 2010, vede cadere del 7% l’occupazione industriale manifatturiera, per un totale di 350 mila posti bruciati, di cui 270 mila solo nel 2009.
Ma le aziende in difficoltà sono ancora molte e tanti altri posti potrebbero saltare. Infatti – come si legge nello studio – “considerando a zero ore i lavoratori attualmente in cassa integrazione e tenendo anche conto delle ore effettivamente utilizzate dalle imprese rispetto a quelle richieste, l’indicazione standard di occupati a rischio è pari a 308.715”.
Se, però, fa notare il sindacato, si mettono in conto tutti i lavoratori effettivamente coinvolti allora il numero quasi raddoppia: secondo una stima approssimativa si tratta di circa 600 mila persone, “visto che – precisa lo studio – sono diffuse le pratiche di rotazione e di casse che riguardano solo una parte dei lavoratori”. Guardando alle situazioni più difficili di imprese in sofferenza (per cigs, rischio chiusura, cessazione d’attività, liquidazione e fallimento, commissariamento), ovvero tralasciando le aziende dove è a regime la cig ordinaria, secondo l’indagine ancora parziale e in corso d’opera condotta dal dipartimento industria della Cisl, sono a “forte rischio” 150-200 mila posti. D’altra parte i numeri sull’andamento del settore non sono confortanti: da aprile 2008 a febbraio 2010 il comparto ha perso il 20,8% nella produzione, il 22% nel fatturato e il 24,5% negli ordinativi.
“Nell’arco di 23 mesi, dall’inizio della crisi ad oggi, il sistema manifatturiero italiano è sceso fino al fondo della crisi (a marzo 2009), per cominciare poi, dalla scorsa estate, a risalire con oscillante lentezza”, spiega il segretario confederale della Cisl, Luigi Sbarra. Riguardo al futuro, aggiunge, “il ritmo lento ed incerto della ripresa fa ritenere impensabile un rapido riassorbimento”. E lancia l’allarme: è in atto un’emergenza occupazionale, che va messa a fuoco, affrontata e gestita con gli strumenti più adatti.
Tra le proposte che la Cisl mette sul tavolo nel suo ultimo rapporto sull’industria c’è la necessita di pensare “un nuovo ‘Progetto Italia’, che implica una volontà condivisa dalle parti sociali, dal governo nazionale e dai governi territoriali, dai centri di ricerca e innovazione, comprese le università”. Occorre, inoltre, “un nuovo patto sociale”, e la Cisl “è pronta a fare la sua parte, assumendo le proprie responsabilità, come dimostrato rispetto al Piano Fiat”. Inoltre, secondo il sindacato è importante “rilanciare ‘Industria 2015’, che ha camminato con molta lentezza e rimane largamente incompiuto”. Tra gli altri punti su cui la Cisl insiste c’è anche la necessità di “sostenere le politiche industriali con un flusso di risorse pubbliche prevedibile e continuativo” e la realizzazione di “nuove politiche del lavoro”, in modo da “ottimizzare un incontro dinamico e flessibile tra la domanda e l’offerta di lavoro”, con magari il coinvolgimento dei Fondi Interprofessionali.
SCARICA IL 7° RAPPORTO INDUSTRIA DELLA CISL
(dal sito www.conquistedellavoro.it)

Altre notizie