“Per evitare che questa crisi economica, che sta cambiando il dna del settore edile, si trasformi in disperazione sociale servono investimenti che rilancino l’edilizia. Non farli è omissione di soccorso”. Così Ciro Donnarumma, responsabile del sindacato edili della Cisl (Filca) dell’Emilia-Romagna, valutando i dati della cassa edile, che confermano le preoccupazioni del sindacato: -14% le imprese edili in regione da ottobre a gennaio 2010, – 13% gli addetti, -12,25% la massa salariale, + 385% la Cigos.
Considerato che ad un anno dalla convocazione degli stati generali del settore (associazioni datoriali, sindacati, governo attorno ad un tavolo per discutere di edilizia) la situazione “è più critica e non si intravedono miglioramenti, mentre le risposte del governo sono assenti o insufficienti”, il responsabile regionale della Filca scrive al neo presidente dell’Assemblea legislativa della Regione Emilia-Romagna Matteo Richetti ed alla Giunta regionale, sollecitando “nuovi investimenti pubblici, sblocco del patto di stabilità per incentivare le piccole opere dei Comuni, avvio del piano casa, non decollato a causa delle mancate delibere attuative dei Comuni”.
Pertanto, Donnarumma chiede al presidente ed alla nuova giunta regionale di “porre fra i temi salienti del proprio programma lo sviluppo di politiche attive del lavoro e di sostegno ai lavoratori disoccupati e alle loro famiglie”. Nel merito il sindacalista degli edili Cisl propone la costituzione di tavoli regionali di concertazione settoriali, così da “rendere cogente il confronto con le categorie sociali e sindacali direttamente coinvolte nella gestione delle crisi settoriali e di imprese”.
Tra i primi atti del nuovo consiglio regionale, secondo la Filca, dovranno esserci: lo sblocco del patto di stabilità, “per creare investimenti e occupazione” ed incentivi per la costruzione e l’acquisto della prima casa, “creando condizioni di housing sociale attraverso la realizzazione di alloggi nuovi o recuperati da operatori pubblici e privati”. Contro il lavoro nero, Donnarumma insiste sulla certificazione di qualità sociale delle imprese che partecipano ad appalti pubblici e privati, la definizione degli strumenti di protezione individuale alla sicurezza e l’applicazione dei piani alla sicurezza, oltre alla piena applicazione, da parte delle imprese, dei contratti collettivi di lavoro nazionali e territoriali.
Infine, il responsabile degli edili Cisl chiede alle imprese “maggiori investimenti in risorse economiche ed umane su bioedilizia, qualificazione delle opere, formazione continua delle maestranze con riconoscimento della loro professionalità, troppo spesso sottovalutata anche economicamente”.
“Per evitare che questa crisi economica, che sta cambiando il dna del settore edile, si trasformi in disperazione sociale servono investimenti che rilancino l’edilizia. Non farli è omissione di soccorso”.
Così Ciro Donnarumma, responsabile del sindacato edili della Cisl (Filca) dell’Emilia-Romagna, valutando i dati della cassa edile, che confermano le preoccupazioni del sindacato: -14% le imprese edili in regione da ottobre a gennaio 2010, – 13% gli addetti, -12,25% la massa salariale, + 385% la Cigos.
Considerato che ad un anno dalla convocazione degli stati generali del settore (associazioni datoriali, sindacati, governo attorno ad un tavolo per discutere di edilizia) la situazione “è più critica e non si intravedono miglioramenti, mentre le risposte del governo sono assenti o insufficienti”, il responsabile regionale della Filca scrive al neo presidente dell’Assemblea legislativa della Regione Emilia-Romagna Matteo Richetti ed alla Giunta regionale, sollecitando “nuovi investimenti pubblici, sblocco del patto di stabilità per incentivare le piccole opere dei Comuni, avvio del piano casa, non decollato a causa delle mancate delibere attuative dei Comuni”.
Pertanto, Donnarumma chiede al presidente ed alla nuova giunta regionale di “porre fra i temi salienti del proprio programma lo sviluppo di politiche attive del lavoro e di sostegno ai lavoratori disoccupati e alle loro famiglie”. Nel merito il sindacalista degli edili Cisl propone la costituzione di tavoli regionali di concertazione settoriali, così da “rendere cogente il confronto con le categorie sociali e sindacali direttamente coinvolte nella gestione delle crisi settoriali e di imprese”.
Tra i primi atti del nuovo consiglio regionale, secondo la Filca, dovranno esserci: lo sblocco del patto di stabilità, “per creare investimenti e occupazione” ed incentivi per la costruzione e l’acquisto della prima casa, “creando condizioni di housing sociale attraverso la realizzazione di alloggi nuovi o recuperati da operatori pubblici e privati”.
Contro il lavoro nero, Donnarumma insiste sulla certificazione di qualità sociale delle imprese che partecipano ad appalti pubblici e privati, la definizione degli strumenti di protezione individuale alla sicurezza e l’applicazione dei piani alla sicurezza, oltre alla piena applicazione, da parte delle imprese, dei contratti collettivi di lavoro nazionali e territoriali.
Infine, il responsabile degli edili Cisl chiede alle imprese “maggiori investimenti in risorse economiche ed umane su bioedilizia, qualificazione delle opere, formazione continua delle maestranze con riconoscimento della loro professionalità, troppo spesso sottovalutata anche economicamente”“Per evitare che questa crisi economica, che sta cambiando il dna del settore edile, si trasformi in disperazione sociale servono investimenti che rilancino l’edilizia. Non farli è omissione di soccorso”.
Così Ciro Donnarumma, responsabile del sindacato edili della Cisl (Filca) dell’Emilia-Romagna, valutando i dati della cassa edile, che confermano le preoccupazioni del sindacato: -14% le imprese edili in regione da ottobre a gennaio 2010, – 13% gli addetti, -12,25% la massa salariale, + 385% la Cigos.
Considerato che ad un anno dalla convocazione degli stati generali del settore (associazioni datoriali, sindacati, governo attorno ad un tavolo per discutere di edilizia) la situazione “è più critica e non si intravedono miglioramenti, mentre le risposte del governo sono assenti o insufficienti”, il responsabile regionale della Filca scrive al neo presidente dell’Assemblea legislativa della Regione Emilia-Romagna Matteo Richetti ed alla Giunta regionale, sollecitando “nuovi investimenti pubblici, sblocco del patto di stabilità per incentivare le piccole opere dei Comuni, avvio del piano casa, non decollato a causa delle mancate delibere attuative dei Comuni”.
Pertanto, Donnarumma chiede al presidente ed alla nuova giunta regionale di “porre fra i temi salienti del proprio programma lo sviluppo di politiche attive del lavoro e di sostegno ai lavoratori disoccupati e alle loro famiglie”. Nel merito il sindacalista degli edili Cisl propone la costituzione di tavoli regionali di concertazione settoriali, così da “rendere cogente il confronto con le categorie sociali e sindacali direttamente coinvolte nella gestione delle crisi settoriali e di imprese”.
Tra i primi atti del nuovo consiglio regionale, secondo la Filca, dovranno esserci: lo sblocco del patto di stabilità, “per creare investimenti e occupazione” ed incentivi per la costruzione e l’acquisto della prima casa, “creando condizioni di housing sociale attraverso la realizzazione di alloggi nuovi o recuperati da operatori pubblici e privati”.
Contro il lavoro nero, Donnarumma insiste sulla certificazione di qualità sociale delle imprese che partecipano ad appalti pubblici e privati, la definizione degli strumenti di protezione individuale alla sicurezza e l’applicazione dei piani alla sicurezza, oltre alla piena applicazione, da parte delle imprese, dei contratti collettivi di lavoro nazionali e territoriali.
Infine, il responsabile degli edili Cisl chiede alle imprese “maggiori investimenti in risorse economiche ed umane su bioedilizia, qualificazione delle opere, formazione continua delle maestranze con riconoscimento della loro professionalità, troppo spesso sottovalutata anche economicamente”.