È stato siglato un importante accordo, presso il Ministero del Lavoro, tra il Gruppo Natuzzi e i sindacati Filca-Cisl, Feneal-Uil e Fillea-Cgil. L’intesa prevede l’avvio di corsi formativi per 36 lavoratori, attualmente in Cassa integrazione straordinaria, e che saranno impiegati nella riapertura dell’ex reparto falegnameria dello stabilimento di Santeramo in Colle (Bari), rimasto chiuso per diverso tempo. I 36 si affiancheranno ai restanti 31 lavoratori prima impiegati nel reparto, e che sono già in possesso delle necessarie conoscenze tecniche. “Il reparto – spiega Tommaso Contaldo, segretario generale della Filca di Bari – sarà convertito in attività di montaggio dei fusti dei divani con l’obiettivo, in funzione della capacità produttiva espressa, di alimentare gli stabilimenti di Ginosa e Santeramo-Iesce. Nella ex falegnameria – spiega Contaldo – saranno gradualmente impiegati nuovamente tutti i 67 addetti che lavoravano in precedenza, e per i quali a giugno scade il periodo di Cigs”.
I corsi avranno inizio entro la fine del mese e avranno la durata di 8 ore settimanali. L’azienda ha dichiarato che attuerà un piano di formazione teorica e pratica. “Le parti – aggiunge il leader della Filca barese – hanno deciso di incontrarsi ogni 15 giorni e comunque prima della conclusione del progetto per verificarne i risultati. Inoltre al termine dei percorsi formativi verrà rilasciata agli operai un’attestazione che indicherà le competenze acquisite”. La buona notizia, però, stempera solo in parte i toni accesi che si registrano ormai da anni tra azienda e sindacati. Non è un mistero che il rapporto tra le parti non sia idilliaco, anzi. Inoltre si avvicina minacciosa la data del 16 giugno, quando scadrà il periodo di cassa integrazione per 1.500 addetti. Un vero problema sociale per un territorio, quello che comprende le province di Bari, Taranto e Matera, che vive in larga parte grazie al ‘business’ del settore del mobile imbottito.
E c’è molta attesa per la presentazione del Piano industriale del gruppo, che dovrebbe avvenire il prossimo 27 aprile: “Siamo curiosi di leggere l’ennesimo Piano della Natuzzi – afferma il segretario nazionale della Filca-Cisl, Paolo Acciai – anche se temiamo che, come tutti i precedenti, non darà risposte circa il futuro di quella che era una grande azienda. Purtroppo negli ultimi tempi stiamo assistendo soltanto al susseguirsi di Piani industriali-fotocopia e al mesto avvicendamento di amministratori delegati. Nulla di più”. Nella vicenda intervengono anche le Rsu-Rsa degli stabilimenti Natuzzi, che in una nota ritengono “necessario valutare e conoscere in anticipo le specifiche del nuovo Piano industriale per valutarne fattibilità e consistenza, e per verificare che le contromisure prese siano congrue alle aspettative degli operai”.
Un periodo caldo per il gruppo quotato a Wall Street: a marzo uno sciopero di 8 ore aveva completamente bloccato lo stabilimento di Laterza, in provincia di Taranto. Una mobilitazione resasi necessaria a causa dell’atteggiamento dei vertici aziendali e per la situazione non più sostenibile che si era venuta a creare all’interno dello stabilimento, con decisioni unilaterali su argomenti importanti come i calendari di Cigs e le soppressioni di postazioni di lavoro. A fine marzo, inoltre, un operaio dello stabilimento di Ginosa, Andrea Regio, si era tolto la vita perché stressato dai ritmi di lavoro e dalla paura di perdere il posto. Una tragedia che ha lasciato tutti sgomenti. Negli ultimi anni il distretto del mobile imbottito ha perso più di 6mila addetti. Nel periodo d’oro erano 15mila.