NATUZZI, OPERAIO SI SUICIDA PER PAURA DI FINIRE IN CIG

NATUZZI, OPERAIO SI SUICIDA PER PAURA DI FINIRE IN CIG

Uno stabilimento Natuzzi
Uno stabilimento Natuzzi
Lo stress provocato dai ritmi insostenibili del lavoro e la paura di finire in cassa integrazione. È stata questa la miscela esplosiva che ha spinto Andrea Regio a togliersi la vita. L’operaio dello stabilimento Natuzzi di Ginosa, in provincia di Taranto, ha prima ingerito dei farmaci e poi si è lanciato in mare. “La morte del giovane Andrea – dichiara Paolo Acciai, Segretario Nazionale e responsabile del settore – è una di quelle notizie che non lasciano spazi a commenti ma solo a momenti di profonda riflessione. Rimane tanta amarezza ed incredulità. Questo è il triste risultato – prosegue Acciai – di quando si esasperano i toni ed i comportamenti all’interno dell’azienda Natuzzi. Comportamenti ed atteggiamenti che la Rsu, il sindacato territoriale e quello regionale hanno da sempre segnalato. Le parole fatte dall’azienda e riportate su un documento della Rsu di Laterza, ‘tutto è relativo, a casa nostra comandiamo noi’, sono lo specchio fedele del pensiero scellerato di Pasquale Natuzzi e del suo gruppo dirigente. Nei numerosi incontri fatti per gestire una crisi che dura da più di sette anni, l’azienda ha tentato una via d’uscita provvedendo ad effettuare ben quattro cambi di amministratori delegati e innumerevoli cambi di piani industriali, peraltro sempre uguali, ma ha ottenuto l’unico risultato di avere un elevato numero di lavoratori in Cig come strumento da far pesare ogni volta che si propone qualcosa. Qui – rincara la dose il segretario nazionale della Filca – parole come ‘relazioni industriali’ e ‘concertazione’ non trovano nessuna applicazione. La Filca ha proposto più volte un ragionamento in tema di Responsabilità Sociale d’Impresa come elemento strategico per creare un clima più favorevole all’interno dell’impresa, ma Natuzzi conosce solo lo slogan ‘aumento di competitività’. Ma se ‘tutto è relativo, a casa nostra comandiamo noi’ – conclude Acciai – allora tanti auguri sapendo che saremo ricercati tra alcuni giorni perché scade la Cig e c’è ‘bisogno di tutti’ per tutelare i lavoratori. Ma stavolta davvero ‘tutto è relativo’”.
La morte di Regio ha destato grande commozione tra i suoi colleghi: “Andrea faceva il tappezziere – ricorda Domenico Colacicco, Rsu dello stabilimento di Iesce2 – assemblava divani su divani, con l’incubo del rispetto delle tabelle produttive. Addirittura rinunciava alla pausa di mezz’ora per stare nei tempi. Otto ore consecutive ad assemblare senza tirare il fiato. Perché se non si sta nei parametri definiti unilateralmente dall’azienda – accusa Colacicco – sei fuori dal ciclo produttivo. Eppure lui era uno di quelli che non aveva nulla da temere, aveva il posto ‘fisso’. Ma evidentemente è stato sopraffatto dalla paura di perdere il lavoro”. Al momento si stanno organizzando iniziative di mobilitazione in tutti gli stabilimenti, ma le Rsu e le organizzazioni sindacali territoriali sono molto prudenti per timore di strumentalizzare la tragica scomparsa di Regio. Il gruppo Natuzzi, dunque, ancora nell’occhio del ciclone. Nell’ottobre scorso fu consegnata al Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, una accorata lettera nella quale si denunciava l’uso improprio della Cassa integrazione e nel complesso la situazione nell’azienda. Occasione per la consegna fu una visita del Capo dello Stato ad Altamura. Napolitano provvide subito ad informare le direzioni provinciali del lavoro competenti, che si attivarono sulla base delle denunce presenti nella lettera.

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