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Patente a crediti, Pelle: “Qualificazione del settore partendo dall’uomo e dal lavoro” (“Gazzetta del Mezzogiorno”)

Patente a crediti, Pelle: “Qualificazione del settore partendo dall’uomo e dal lavoro” (“Gazzetta del Mezzogiorno”)

Intervista del segretario generale Enzo Pelle al quotidiano “La Gazzetta del Mezzogiorno” (scarica il pdf).

«L’edilizia continua a pagare un tributo di vite umane inaccettabile, indegno per un paese civile»: la denuncia arriva da Enzo Pelle, segretario generale della Filca-Cisl, il sindacato per i lavoratori dei settori dell’edilizia, legno, laterizi e manufatti, lapidei, calce, cemento e gesso. Ma dal 1° ottobre si cambia. Tra poco più di una settimana, infatti, la cosiddetta patente a crediti per l’edilizia sarà operativa. Questo sistema, introdotto dal Decreto-Legge 2 marzo 2024 n. 19 «Ulteriori disposizioni urgenti per l’attuazione del Pnrr», mira a rivoluzionare il settore edile, rendendo obbligatorio il possesso di questa patente per tutte le imprese e i lavoratori autonomi che operano in cantieri temporanei o mobili. In caso di infortunio mortale di uno o più lavoratori o infortuni gravi imputabili al datore di lavoro o ai suoi delegati, scatterà la sospensione della patente a crediti. In caso di infortuni che causano inabilità permanente la sospensione può scattare la sospensione oppure misure cautelari alternative. «Si tratta di uno strumento prezioso e atteso da anni perché punta alla qualificazione del settore partendo dall’uomo e dal lavoro, e ha come obiettivo garantire sicurezza e legalità nei cantieri. In particolare», commenta il segretario generale della Filca-Cisl «La “patente” è indispensabile per poter lavorare nei cantieri: prevede un punteggio iniziale che si riduce in caso di incidenti, mentre in caso di infortuni mortali per colpa grave del datore di lavoro o suo delegato o dirigente viene sospesa. I crediti perduti possono essere recuperati tramite percorsi di formazione».

Segretario, questo nuovo strumento chi interesserà?
«È rivolta a imprese e lavoratori autonomi che operano nei cantieri temporanei o mobili. Si calcola che quasi quasi un milione di imprese edili attendano la circolare esplicativa dell’Ispettorato Nazionale del lavoro per chiedere la “patente”, oltre alla piattaforma digitale».

Perché la considerate un vostro cavallo di battaglia?
«La Filca ha proposto la “patente a punti” ben 21 anni fa, nel 2003, in un convegno proprio in Puglia. In quell’anno abbiamo realizzato un opuscolo che ha raccolto gli atti di un convegno pubblico sul tema, organizzato da Cisl e Filca. Nel 2008 c’era stato un decreto del Presidente della Repubblica che sembrava avviare l’introduzione dello strumento nel sistema, ma poi si è tutto fermato. Negli anni più volte siamo arrivati vicini all’introduzione della patente e ora finalmente sta entrando in vigore: la “patente” è una nostra intuizione come lo sono stati con effetti molto positivi il Durc e la congruità».

Perché è importante?
«Qualificare il settore è l’obiettivo della “patente” partendo dall’uomo, dalla vita umana. Nei cantieri i rischi sono elevati e la qualificazione è opportuna. Adesso bisogna lavorare in questo primo periodo applicativo per tarare la “patente” e introdurre correttivi migliorativi se necessari, ma anche per valorizzare le imprese che investono in sicurezza. Il quadro che emerge dal testo è il frutto di un confronto intenso e qualificato tra sindacato, aziende e istituzioni. Ciò non toglie che l’avvio del nuovo strumento abbia bisogno di essere accompagnato con l’apporto di tutti gli attori del sistema delle costruzioni. A questo proposito vorrei sottolineare che l’Ance, l’Associazione dei costruttori, ha avuto il merito di un approccio costruttivo in questo percorso. Ci auguriamo che anche altre parti datoriali un po’ più scettiche sul provvedimento contribuiscano a dare il loro apporto per realizzare gli obiettivi che lo strumento si prefigge».

Cosa si può fare ancora per aumentare la regolarità e la sicurezza nei cantieri?
«Da anni la Filca sostiene che gli investimenti in salute e sicurezza siano la chiave per dare qualità al settore, innovazione al mercato e sostenibilità sociale. Ovviamente non ci fermiamo: chiediamo formazione vera che passi dai nostri Enti bilaterali e una banca dati nazionale che certifichi la formazione, specie quella sulla sicurezza. Chiediamo iniziative sulla prevenzione, incentivi automatici per le aziende che investono in tecnologia, e percorsi di cultura della sicurezza, da avviare già nelle scuole».

Che iniziative avete deciso di assumere per sensibilizzare i cittadini sul tema della sicurezza del lavoro?
«La sicurezza dei lavoratori resta la priorità della nostra azione sindacale. In tutta Italia è in corso la mobilitazione della Cisl e della Filca sul tema, e ci sono oltre 500 operatori della Filca impegnati nei cantieri, dai più piccoli ai più strutturati. Quella sulla sicurezza sul lavoro è una battaglia di civiltà da condurre insieme: solo con la sinergia tra istituzioni, aziende e sindacato si può fermare questa terribile, inaccettabile scia di sangue nei cantieri».

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